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Strage a Magdeburgo. Scholz, ‘uniti contro l’odio’ . Mattarella: ‘Vicini al popolo tedesco’
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ROMA, 21 dicembre 2024, 21:24
Redazione ANSA
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Il mercatino di Natale di Magdeburgo, prima addobbato a festa, è piombato nel silenzio, fermo alle 19:04 di venerdì 20 dicembre.
Il giorno dopo l’attacco che ha riportato la Germania all’incubo degli attentati, il bilancio ancora provvisorio della strage avvenuta per mano del 50enne saudita Taleb Al Abdulmohsen, identificato come un “islamofobo” dalle autorità, è tragico: cinque vite spezzate, tra cui quella di un bambino di 9 anni. E oltre 200 feriti, 41 dei quali versano in condizioni critiche.
Nessun italiano tra loro, ha assicurato la Farnesina. E’ stato un atto “terribile e folle”, ha scandito il cancelliere Olaf Scholz dal teatro della strage a otto anni di distanza dall’attentato – quella volta di matrice islamica – di Berlino. Questo è il momento di “restare uniti” per “non lasciare vincere chi semina odio”, ha esortato il socialdemocratico – accolto anche da qualche fischio – a due mesi dal voto del 23 febbraio.
Un appello sostenuto dalla solidarietà giuntagli da tutto il mondo in un coro unanime di condanna alla violenza: a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha espresso la vicinanza dell’Italia al popolo tedesco inviando un messaggio al suo omologo Frank-Walter Steinmeier, fino ad arrivare al presidente americano Joe Biden che ha forte a Berlino “tutto l’aiuto necessario”.
Le ragioni che hanno spinto il medico psichiatra attivo nell’assistenza ai rifugiati a compiere la strage non sono ancora chiare ma, ha spiegato il procuratore capo locale Horst Walter Nopens, potrebbero essere riconducibili all'”insoddisfazione” nutrita per il trattamento riservato dal governo tedesco ai suoi connazionali in cerca di asilo. Trasferitosi nel 2006 con un permesso di soggiorno permanente per completare la sua specializzazione, l’uomo – simpatizzante dell’AfD e di Elon Musk – non era noto agli 007 tedeschi ma un anno fa era stato classificato come “persona a rischio” dalle autorità locali.
E, dalle prime ricostruzioni, sembra che Riad avesse avvertito Berlino della sua pericolosità. Negli ultimi mesi aveva mostrato segnali di instabilità: da ottobre non si presentava al lavoro giustificando le assenze con ferie e malattia. Dopo il suo arresto, sui media era circolata la notizia che fosse risultato positivo al test antidroga, circostanza tuttavia non confermata dal capo della polizia ancora in attesa dei risultati degli esami medici “fisici e mentali”. Il bilancio dei feriti lascia intuire la brutale determinazione con cui l’aggressore ha travolto il perimetro del mercatino di Natale, gremito di famiglie e turisti, falciando la folla per circa 400 metri in soli tre minuti, servendosi anche delle corsie d’emergenza per colpire più persone.
L’azione “disumana” – come l’ha definita il governatore del Land della Sassonia-Anhalt, Reiner Haseloff – di un lupo solitario sulla quale Scholz ha chiesto di “fare chiarezza”. Le indagini, in corso su vasta scala con perquisizioni anche nella residenza del sospetto in un condominio di Christianstrasse a Bernburg, 50 chilometri più a sud di Magdeburgo, puntano a ricostruire ogni dettaglio dell’accaduto. “Agiremo con tutta la forza della legge per assicurarci che i colpevoli non restino impuniti”, ha assicurato il cancelliere chiedendo e promettendo un’inchiesta condotta “con la massima precisione”. Dopo una notte passata a lavorare instancabilmente per mettere in sicurezza la città e prestare assistenza, polizia e soccorritori hanno continuato per tutta la giornata a presidiare i luoghi sensibili e a offrire il loro sostegno ai feriti. Molti di loro, in condizioni gravi, sono stati trasferiti in quindici ospedali di altri Land per ricevere cure adeguate. Magdeburgo si è stretta nel silenzio e nella preghiera: i cittadini in lacrime hanno continuato senza sosta a rendersi sul luogo dell’attacco trasformandolo in un altare improvvisato con fiori e candele per omaggiare le vittime. Alle 19:04, l’ora esatta dell’attentato, le campane di tutte le chiese hanno suonato all’unisono.
Raccolti fianco a fianco nella cattedrale della città anche Scholz e Steinmeier.
“Ho scritto contro l’Islam sul forum dell’attivista Raif Badawi, che ora è in prigione. Per questo sono stato minacciato: volevano ‘massacrarmi’ se fossi tornato in Arabia Saudita. Così ho deciso di chiedere asilo in Germania. Non avrebbe avuto senso rischiare di dover tornare e poi essere ucciso”, disse nel 2019 Taleb Jawad Hussein Al Abdulmohsen illustrando i motivi della sua richiesta d’asilo inoltrata alle autorità tedesche soltanto dieci anni dopo il suo arrivo in Germania, che risale invece al 2006.
Una volta vistosi accettare la richiesta, il presunto attentatore ha aperto il suo account sull’allora Twitter. “Prima era difficile anche per me parlare della mia non fede in Germania. Dal 2006 al 2017 ho lavorato spesso con musulmani ad Amburgo, ho avuto colleghi provenienti dal Pakistan e dall’India. Non potevo dire loro che non sarei più andato in moschea. In questo ambiente non è come immagini che sia in Germania: i musulmani qui trattano le persone come me, che hanno un background islamico ma non sono più credenti, senza comprensione né tolleranza. Quando diciamo che abbiamo lasciato l’Islam, perdiamo i nostri amici. Anche dopo aver presentato domanda di asilo, ho notato che molti dei richiedenti asilo musulmani che aiuto volontariamente in Germania pensano che io sia una cattiva persona perché non ci credo più”, si legge ancora nell’intervista, durante la quale il sospetto attentatore offrì anche una descrizione dettagliata della violazione dei diritti delle donne in Arabia Saudita e della sua attività per aiutare i rifugiati e le donne a ottenere asilo, in particolare ex musulmani che temono persecuzioni nel loro Paese.
“Voglio che le persone imparino a pensare con la propria testa. Ci sono molti musulmani su Twitter che vogliono abbandonare l’Islam a causa mia. Scrivo sempre a queste persone: No, non accetterò che lasciate l’Islam per causa mia. Dovrebbe essere una tua convinzione”, spiegò ancora.
“La notizia del proditorio attentato contro il mercato di Natale a Magdeburgo suscita negli italiani orrore e unanime condanna. Di questi sentimenti desidero farmi immediatamente interprete presso di Lei, signor Presidente e caro amico, e presso tutti i Suoi concittadini. In questa drammatica circostanza, la Repubblica Italiana è vicina al popolo tedesco con convinta e sincera partecipazione”.
Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier.
“In questo spirito – prosegue il messaggio -, desidero far giungere alle famiglie delle vittime le espressioni del nostro più sincero cordoglio. Ai numerosi feriti auguriamo un pronto e completo ristabilimento”. “La Germania, unita all’Italia da indissolubili vincoli di amicizia e solidarietà – aggiunge Mattarella -, può contare sul nostro più convinto impegno tanto nel fermo e determinato contrasto al terrorismo quanto nel sostenere insieme le ragioni della libera e pacifica convivenza, elemento fondamentale e irrinunciabile della comune identità europea”.
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