"Quando guardiamo agli Usa dall’Europa come nostri alleati è chiaro che si tratta di alleati indispensabili e in tempi di guerra tutti siamo preoccupati del sostegno degli Usa. Ma qualcuno negli Usa si preoccupa che l’Europa possa abbandonarli un giorno? La risposta è no". Così il presidente ucraino al Forum di Davos. Xi a Putin: la Cina "è disponibile a collaborare per continuare a guidare le relazioni bilaterali verso una prospettiva di lungo termine e per rispondere alle incertezze dell’ambiente esterno"
“Dobbiamo essere onesti: quando guardiamo agli Usa dall’Europa come nostri alleati è chiaro che si tratta di alleati indispensabili e in tempi di guerra tutti siamo preoccupati del sostegno degli Usa. Ma qualcuno negli Usa si preoccupa che l’Europa possa abbandonarli un giorno? La risposta è no”. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando al Forum di Davos, in Svizzera.
La Cina “è disponibile a collaborare con la Russia per continuare a guidare le relazioni bilaterali verso una prospettiva di lungo termine e per rispondere alle incertezze dell’ambiente esterno”. Così il presidente Xi Jinping nell’incontro in videconferenza avuto nel pomeriggio all’indomani dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
L’esercito ucraino ha annunciato di aver colpito un deposito di carburante e uno stabilimento di produzione di aeromobili nella Russia occidentale con droni d’attacco, confermando una notizia diffusa ieri da Mosca. Intanto via libera dell’Aula del Senato alla risoluzione di maggioranza seguita alle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sull’Ucraina.
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Dall’1 gennaio 2025, il gas russo non transiterà più verso l’Europa attraverso l’Ucraina. È la naturale conseguenza degli annunci del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di quello russo Vladimir Putin dei giorni scorsi. Un evento di fatto epocale, che sta facendo agitare i mercati: ieri, 31 dicembre, i prezzi europei del gas hanno toccato i 50 euro al megawattora, spinti anche dalle temperature in ribasso. “L’interruzione del transito del gas attraverso l’Ucraina avrà un impatto drastico su tutti noi nell’Ue, non solo sulla Federazione Russa”, ha detto il primo ministro slovacco Robert Fico. COSA SAPERE
Tra poco il tycoon sarà nuovamente alla guida degli Stati Uniti e in tanti si chiedono come il suo ritorno alla Casa Bianca impatterà sul conflitto tra Kiev e Mosca, in corso ormai dal febbraio 2022. Secondo fonti a Washington, Trump vuole portare Putin e Zelensky a un tavolo per iniziare a negoziare la fine delle ostilità. Il transition team sta lavorando per questo obiettivo. Nbcriporta che i consiglieri del presidente-eletto non hanno ancora presentato un piano agli ucraini ma “Trump è seriamente intenzionato a voler arrivare a un cessate il fuoco il primo giorno” della sua presidenza. Lo staff sta spingendo per una pausa nei combattimenti che potrebbe aprire la strada ai colloqui di pace. IL PIANO
L’arma è stata utilizzata dalla Russia per colpire in Ucraina, a novembre, ad oltre mille giorni dall’inizio del conflitto, come aveva annunciato Vladimir Putin, confermando come il missile sarebbe stato testato nuovamente in combattimento. Il leader russo aveva anche annunciato la produzione in serie dell’Oreshnik, mentre il comandante delle truppe missilistiche russe aveva confermato che questa nuova arma può colpire “in tutto il territorio europeo”. Successivamente, il 10 dicembre, Putin ha precisato che l’emergere dei sistemi missilistici Oreshnik a medio raggio ridurrà al minimo la necessità di utilizzare armi nucleari. Ecco le caratteristiche tecniche di queste armi e come possono cambiare il conflitto. DI COSA SI TRATTA
Mentre la guerra in Ucraina procede – con Kiev che nei giorni scorsi ha accusato le truppe del Cremlino di essere tornate a prendere di mira la sua rete elettrica causando gravissimi danni alle infrastrutture energetiche e nuovi blackout di emergenza con il termometro ormai sotto lo zero – c’è chi si è chiesto quali sarebbero i potenziali punti critici al confine con l’Europa qualora la Russia decidesse di spingersi oltre l’Ucraina nelle sue azioni militari. Ad analizzare questo scenario ipotetico è stato il settimanale statunitenste Newsweek, che ha pubblicato delle mappe in cui sono segnalati i possibili nuovi fronti, nel caso in cui nei prossimi anni si arrivasse a uno scontro diretto tra la Nato a Mosca. I POSSIBILI FRONTI
Duro attacco oggi del presidente della Bulgaria Rumen Radev contro i leader dell’Ue per la loro politica nei confronti della guerra in Ucraina. “Perché l’Ucraina sta perdendo la guerra, nonostante i colossali aiuti finanziari e militari? Fino ad ora volevano farci credere che sarebbe successo esattamente il contrario e la maggior parte dei leader europei istigavano l’Ucraina a lanciare una controffensiva con l’utopica certezza di una vittoria contro la Russia. Chi si assumerà ora la responsabilità e pagherà il prezzo per le centinaia di migliaia di vittime di questa controffensiva nel 2023?”, ha dichiarato il presidente Radev nel suo intervento a una conferenza a Sofia organizzata dal Forum economico di Delfi. “Da tempo si parla di un collasso dell’economia russa ma intanto cadono governi di paesi Ue, mentre le sanzioni Ue contro Mosca stanno diventando incongruenti in quanto le risorse energetiche russe trovano mercato in altri paesi del mondo”, ha aggiunto il presidente bulgaro. A suo giudizio “all’epicentro dell’ampio spettro di problemi che l’Europa deve affrontare c’è la crisi della leadership, che ha due dimensioni principali: competenza e onestà. “Competenza su temi strategici per l’Europa e onestà nei confronti dei cittadini europei”. “A questo proposito – ha concluso Radev – si stanno diffondendo e alimentando dei timori riguardo al ritorno del presidente Trump alla Casa Bianca. Al contrario, penso che possa essere un catalizzatore per una serie di processi di guarigione dell’Ue, a condizione che lo consideri un’opportunità per svegliarsi e assumersi la responsabilità non solo della propria sicurezza, ma anche per lanciare un’economia dinamica e competitiva”.
Vadim Kobzev, Alexei Liptser e Igor Sergunin sono stati condannati a pene dai cinque anni e mezzo ai tre e mezzo di reclusione perché riconosciuti colpevoli di aver fatto parte di un’organizzazione “estremista”. Erano stati arrestati nell’ottobre 2023. LEGGI L’ARTICOLO
Le armi nucleari tattiche hanno un potenziale e una gittata inferiori rispetto a quelle strategiche, in modo da colpire obiettivi specifici sul campo, e sono trasportabili in modo più facile. Stando ad alcune stime, la Russia ne avrebbe circa 1.900-2.000. Per capirne l’impatto, abbiamo simulato un lancio sul Colosseo a Roma. Ecco COSA SONO, LE DIFFERENZE CON LE STRATEGICHE
Il ministro della Difesa ha così commentato il conflitto tra Mosca e Kiev a margine della cerimonia di assunzione dell’incarico del nuovo comandante del Covi. “Il compito della difesa è difendere”, ha detto Crosetto, “se fosse possibile farlo in sicurezza e dopo l’autorizzazione parlamentare penso sarebbe utilissimo per la nostra difesa”. I DETTAGLI
“Siamo il volto dell’America. La nostra politica estera deve riflettere i nostri interessi nazionali. Promuovere la pace è la nostra missione nel mondo, è nel nostro interesse nazionale”. Lo ha detto il segretario di stato Marco Rubio rivolgendosi per la prima volta ai funzionari del Dipartimento di stato. “Ci saranno cambiamenti, non saranno punitivi”, ha assicurato Rubio spiegando che le modifiche che saranno decise “puntano a trasformaci in un’agenzia del 21mo secolo. Pensate quanto è cambiato il mondo negli ultimi cinque anni, e quanto cambierà nei prossimi 25 anni”, ha affermato Rubio. “Siamo pronti a lavorare”, ha aggiunto fra gli applausi.
Via libera dell’Aula del Senato alla risoluzione di maggioranza seguita alle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sull’Ucraina. I sì sono stati 97, i no 26 e 40 gli astenuti. Precluse le altre risoluzioni, quelle di Avs ed M5s che avevano avuto parere contrario così come le altre di opposizione sulle quali erano state proposte riformulazioni che non sono state accettate.
Sull’Ucraina è necessario “trasformare l’impegno in un percorso che ci veda non più solo come sostegno alla resistenza ma come promotori della risoluzione, il nostro impegno deve evolversi in questo”. Lo ha detto la senatrice Stefania Pucciarelli intervenendo a nome della Lega nell’ambito delle dichiarazioni di voto dopo le comunicazioni del ministro Crosetto in Aula a Palazzo Madama. “Si è parlato spesso – ha aggiunto – di una pace giusta che rischia di restare irraggiungibile se non si è ancorati alla realtà: credo sia giusto parlare di una pace realistica che non significa cedere alla prepotenza ma riconoscere che la diplomazia non può prescindere dal realismo”. Con l’avvento dell’amministrazione Trump, ha detto ancora c’è un “mutamento di prospettiva significativo che non possiamo ignorare: l’Europa deve essere parte attiva per uno stop alle ostilità e l’Italia ha una responsabilità particolare” in questo.
Un impegno al governo a “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito NATO e Unione europea, nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. E’ quanto si legge nella risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sull’Ucraina. Il documento firmato da tutto il centrodestra impegna inoltre il governo a “proseguire il ruolo di mediazione dell’Italia, lavorando per una tregua o un cessate il fuoco in Ucraina, che è la strada obbligata per avviare una trattativa di pace riproponendo lo stile di Pratica di Mare, quello del dialogo e della ricerca della pace duratura creando le condizioni per l’avvio di una conferenza di pace analoga a quella che si è svolta in Svizzera il 15 e il 16 giugno 2024, con la più ampia partecipazione possibile dei maggiori attori internazionali”. Si chiede inoltre di “proseguire nel contributo alle iniziative di ricostruzione e sviluppo nonché di assistenza alla stabilità macro-economica dell’Ucraina” e di “continuare a garantire un supporto concreto al popolo ucraino anche aderendo a iniziative di assistenza umanitaria internazionali”. Il documento indica inoltre la necessità di “perseguire ogni possibilità di cooperazione industriale per soddisfare le esigenze immediate dell’Ucraina, rilanciandone al contempo l’economia devastata dalla guerra e creando efficaci e duraturi legami in termini di catene di approvvigionamento europee e tecnologie avanzate”.
“Se tutti smettessimo di aiutare l’Ucraina cosa succederebbe? Che i quattromila colpi di artiglieria che cadono ogni giorno sarebbero caduti sui loro bersagli. Che oltre le 300 bombe di aereo sganciate ogni giorno, che gli oltre 12 mila droni, avrebbero raggiunto i loro obiettivi. Sì, forse avremmo raggiunto la pace perché non ci sarebbe più l’Ucraina, senza più alcuna persona viva. Avremmo raggiunto la pace che si trova anche nei cimiteri”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell’informativa al Senato sulla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti militari all’Ucraina.
“Finora la posizione è sempre stata chiara, riteniamo di continuare a dare sostegno all’Ucraina al fine di creare finalmente le condizioni per un cessate il fuoco e aprire un confronto diplomatico necessario per raggiungere una pace duratura”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell’informativa al Senato sulla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti militari all’Ucraina. “A nessuno di noi piace la guerra – ha sottolineato Crosetto -. Abbiamo dato fin dall’inizio la nostra disponibilità a essere presenti quando ci sarà la pace, ad appoggiare in qualunque modo il percorso di pace e siamo qui a ribadirlo. Tutta l’Italia non vede l’ora di appoggiare il percorso di pace”. “Abbiamo deciso – ha ribadito – di non stare a guardare, di non voltarci dall’altra parte. Quello che portiamo in Parlamento è un modo per aiutare l’Ucraina a difendersi, non un modo per aiutare la guerra a proseguire. Noi vogliamo che la guerra finisca domani mattina. Qui in gioco c’è il futuro delle nostre nazioni. Nessuno di noi si sente in guerra con la Russia, ma in guerra con la guerra ed è tutto un altro discorso”. “Al Senato – ha concluso Crosetto – chiedo di continuare a fare quello che abbiamo fatto per due anni e mezzo, aiutare a difendersi un popolo che come il nostro ha il diritto di difendere la propria libertà e la propria vita”.
“Non emerge una soluzione semplice o immediata. C’è stato un incremento notevole degli attacchi russi, colpendo indiscriminatamente obiettivi militari e civili in Ucraina”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell’informativa al Senato sulla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti militari all’Ucraina.
“Interrompere la cessione di mezzi e materiali d’armamento in favore delle autorità governative dell’Ucraina, sollevando in sede di Consiglio europeo la necessità di interrompere anche il ricorso all’European Peace Facilty a questo fine, concentrando le risorse sull’assistenza umanitaria e sulla ricostruzione dei territori colpiti dal conflitto, anche attraverso il finanziamento dei progetti dei corpi civili di pace”. E’ quanto si chiede nella risoluzione di Avs in vista delle comunicazioni del ministro Guido Crosetto in Aula al Senato. La risoluzione prevede anche di “opporsi ad ogni ipotesi di rimozione delle restrizioni sull’uso delle armi donate dai Paesi dell’Ue al governo ucraino” e a “promuovere in sede Ue e in ogni consesso internazionale un’azione politica e diplomatica che raggiunga l’obiettivo di un immediato cessate il fuoco tra Russia e Ucraina e che costruisca le basi per l’avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale in evoluzione, di cui l’Italia e l’Unione europea siano protagonisti, per la risoluzione del conflitto su un terreno non militare”.
“L’abbandono dell’Ucraina alla mercè delle truppe di Mosca rappresenterebbe da parte dei paesi europei una scelta moralmente vergognosa e strategicamente autolesionistica, perché renderebbe più probabili le provocazioni e gli attacchi militari russi all’interno dei confini orientali dell’Ue”. È quello che si legge nelle premesse della risoluzione presentata al Senato da Azione, con la prima firma di Carlo Calenda, in vista del dibattito che si terrà a Palazzo Madama nel pomeriggio, dopo le comunicazioni del Ministro Crosetto. Nella parte dispositiva la risoluzione di Azione chiede al Governo di “continuare a sostenere la difesa della libertà e della sovranità dell’Ucraina entro i confini riconosciuti dal diritto internazionale e di rafforzare, attraverso la prosecuzione degli aiuti militari, finanziari e umanitari, l’effettivo potere negoziale dell’Ucraina nelle trattative finalizzate a un’eventuale tregua del conflitto, finora peraltro escluse da parte della Federazione russa”. La risoluzione chiede inoltre al Governo di “sostenere in sede Ue e Nato e presso tutti i Paesi alleati dell’Italia, a partire dagli Stati Uniti, che qualunque accordo riguardante l’Ucraina non può essere realizzato contro le decisioni delle autorità e la volontà della popolazione del Paese e non può essere estorto con la minaccia dell’abbandono degli ucraini all’aggressione militare russa”.
Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un “trattato di partenariato strategico globale” con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d’intelligence. Un accordo definito “una vera svolta” che amplierà la proiezione russa nel settore dell’energia nucleare iraniana (LEGGI L’ARTICOLO)
“La Russia ha più di 30 fabbriche nel settore militare, l’Europa ne ha 45, ma Vladimir Putin produce quasi due volte in più dell’Europa. Quindi capite che sta puntando tutto, sta investendo tutto in questo settore, ma l’Europa non sta investendo a sufficienza ed è un dato di fatto”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky partecipando al World Economic Forum di Davos.
Il presidente cinese Xi Jinping è stato invitato oggi dal suo omologo russo Vladimir Putin a Mosca per partecipare il prossimo 9 maggio alle celebrazioni per l’80/o anniversario della vittoria contro il nazifascismo nella Grande guerra patriottica. Putin è stato invitato a sua vota per il 3 settembre a Pechino per l’80/o anniversario della vittoria sul Giappone. Lo ha detto Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera di Putin, citato dall’agenzia Interfax.
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Raffaele Mastrolonardo
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