Lo ha dichiarato il ministro della Difesa nelle comunicazioni alla Camera sulla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti all’Ucraina: l’Aula ha dato il via libera alla risoluzione con 181 voti favorevoli. Il presidente Usa Donald Trump ha detto di considerare "probabili" nuove sanzioni contro Mosca se la Russia non aprirà a negoziati con l’Ucraina. Due feriti nella notte nella città ucraina meridionale di Mykolaiv a seguito di un attacco di droni russi
“Siamo dalla parte del popolo e non dei criminali di guerra. È quello che è successo in Ucraina: siamo dalla parte del popolo e non dei criminali. E questo non vuol dire a che abbiamo dimenticato la nostra amicizia decennale con la Russia”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Crosetto nelle comunicazioni alla Camera sulla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti all’Ucraina: l’Aula ha poi dato il via libera alla risoluzione di maggioranza con 181 voti favorevoli.
L’aula del Senato ha approvato con 123 voti favorevoli, 25 contrari e un astenuto il decreto per la proroga, fino al 31 dicembre 2025, dell’autorizzazione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina.
Il presidente Usa Donald Trump ha detto di considerare “probabili” nuove sanzioni contro Mosca se la Russia non aprirà a negoziati con l’Ucraina. In campagna elettorale, Trump aveva detto che avrebbe chiuso la guerra “in 24 ore”.
Due persone sono rimaste ferite stanotte nella città ucraina meridionale di Mykolaiv a seguito di un attacco di droni russi che ha distrutto una casa privata e una struttura infrastrutturale. Lo ha riferito il sindaco Oleksandr Senkevych, citato dai media locali. Le difese aeree russe hanno abbattuto la notte scorsa otto droni ucraini: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Difesa di Mosca.
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L’aula del Senato ha approvato con 123 voti favorevoli, 25 contrari e un astenuto il decreto per la proroga, fino al 31 dicembre 2025, dell’autorizzazione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina.
Sarà molto difficile per il rappresentante speciale per Ucraina e Russia, Keith Kellogg, incaricato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di porre fine alla guerra in 100 giorni, elaborare un qualsiasi tipo di accordo di pace, perché non ha esperienza diplomatica, ha non ha mai avuto un’influenza significativa sulla politica e non andrà contro le idee di Trump. Lo scrive il Wall Street Journal. “Il Presidente degli Stati Uniti Trump – scrive il ‘Wall Street Journal’ – ha incaricato il tenente generale in pensione Keith Kellogg di porre fine alla guerra in Ucraina in cento giorni. Quasi nessuno crede che possa farlo, soprattutto i russi. Piuttosto, affermano che il ruolo di Kellogg come inviato speciale in Ucraina è un primo passo nei colloqui di pace che Trump intende supervisionare da solo. Ma raggiungere un accordo con il presidente russo Vladimir Putin sarà molto più difficile di quanto Trump aveva promesso durante la campagna elettorale, quando affermò che avrebbe posto fine al conflitto prima di entrare in carica”.
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto che qualsiasi accordo di pace con la Russia richiederebbe almeno 200mila soldati europei per sorvegliarlo. Zelensky ha detto che dato il piccolo numero di truppe ucraine rispetto a quelle russe, “abbiamo bisogno di contingenti con un numero molto forte di soldati” per garantire qualsiasi accordo di pace. “Da tutti gli europei? Duecentomila. E’ un minimo. Altrimenti non e’ niente”, ha detto. Zelensky ha aggiunto che qualsiasi altro accordo sarebbe simile alla missione di monitoraggio guidata dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nell’Ucraina orientale che si e’ disintegrata quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala nel febbraio 2022. “Avevano uffici e basta” ha detto Zelensky, sottolineando la necessità dal punto di vista ucraino di una forza armata per prevenire ulteriori attacchi russi.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di avere “parlato in modo sfacciato” dando “lezioni all’Europa” nel suo intervento di ieri al World Economic Forum di Davos. Nel suo discorso, Zelensky ha affermato che “l’Europa deve fare di più, iniziare ad occuparsi di se stessa per essere ascoltata nel mondo”, ipotizzando che sulla fine del conflitto in Ucraina il presidente americano Donald Trump possa negoziare “con la Russia e la Cina senza la Ue”. Il presidente ucraino, ha scritto Zakharova sul suo canale Telegram, “non solo ha dato lezioni all’Europa su come dovrebbe agire sotto Trump, ma l’ha apertamente intimidita con la prospettiva dell’oblio e di uno status di seconda classe”. “Non citerò altri discorsi del filosofo di Kiev – ha aggiunto la portavoce russa – ma noterò che la maggioranza dei partecipanti difficilmente era d’accordo con un tono simile all’incontro di Davos. I modi spensierati di questo aspirante politico hanno mostrato chiaramente fino a che punto è arrivato l’attuale regime di Kiev, in bancarotta e avendo perso la fiducia nel proprio futuro”.
Via libera della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto, in merito al nuovo decreto sulla proroga degli aiuti all’Ucraina, anche militari. I voti a favore sono 181, 48 i contrari e 64 gli astenuti, tra cui Pd e Italia viva.
La Russia sta facendo i necessari “preparativi interni” per una telefonata tra Vladimir Putin e il presidente americano Donald Trump, ha detto alla Tass il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov. “I preparativi interni continuano – ha detto il vice ministro -. Quando probabilmente sentiremo qualcosa di più chiaro e concreto da Washington, allora inizieremo a coordinare orari e questioni organizzative”.
“La gente dice che sono un falco sulla Russia. Beh, amo dire che sono realista”. Lo afferma l’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas, intervenendo alla conferenza annuale della European Defence Agency a Bruxelles. Kallas è stata a lungo prima ministra dell’Estonia, repubblica baltica che, nella sua lunga storia, ha subito l’occupazione sia dell’Impero russo che dell’Unione Sovietica. Sua nonna e sua madre vennero deportate in Siberia, perché componenti di una famiglia dell’élite patriottica estone.
“Per troppo tempo – continua Kallas – abbiamo offerto a Mosca alternative, sperando che scegliesse la cooperazione e la prosperità economica per il suo popolo, invece che fraudolente ambizioni imperiali. Invece, l’industria militare russa sforna carri armati, bombe plananti, proiettili da artiglieria in grandi quantità. In tre mesi possono produrre più armi e munizioni di quelle che noi possiamo produrre in un anno. E’ un Paese altamente militarizzato, che costituisce una minaccia esistenziale per noi. E stiamo esaurendo il tempo”, conclude.
L’amministrazione Trump mira a porre fine alla guerra in Ucraina in modo “sostenibile”, ovvero affinché non ne scoppi una nuova nel giro di pochi anni: lo ha detto il nuovo segretario di Stato americano, Marco Rubio, in un’intervista alla Cbs. “Il conflitto deve finire, e la politica degli Stati Uniti è che vogliamo che finisca, vogliamo fare tutto il possibile per far si che finisca. Ci impegneremo e faremo in modo che finisca in modo sostenibile, il che significa che non vogliamo semplicemente che il conflitto finisca per poi riprendere tra due, tre o quattro anni. Vogliamo portare stabilità”, ha affermato Rubio. Il capo della diplomazia di Washington ha poi sottolineato che l’Ucraina sta pagando il prezzo più alto per le sue infrastrutture energetiche, “per le persone e le vite perse, per milioni di ucraini che sono stati costretti a lasciare il proprio Paese e vivere all’estero”. Rubio ha infine sottolineato che “tutti dovrebbero essere molto contenti” che Donald Trump sia stato eletto presidente degli Stati Uniti, perché vuole “promuovere la pace nel mondo e porre fine a questi conflitti”.
“Questo non è un tema politico o di parte. Ci sono tantissimi temi su cui si può fare opposizione a questo governo. Ma ci sono temi in cui dividersi significa indebolire dei principi, delle cause”. A dirlo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nella sua replica alla Camera aggiungendo: “Lo dico con sincerità, non capisco l’astensione oggi. Sono disposto ad accettare gran parte delle risoluzioni per fare vedere un voto compatto perché, secondo me, serve un voto compatto”. Poi ha sottolineato: “Non cade il Governo su questa risoluzione, non viene indebolito o rafforzato da un voto di questo Parlamento, è un segnale che però noi mandiamo di coerenza e di valore dell’Italia al di fuori di quest’Aula. Mi augurerei questo, ma lo chiedo più a titolo personale che come rappresentante di Governo”.
Sono sette le risoluzioni presentate dai partiti sull’Ucraina nell’Aula della Camera: quella di maggioranza, una del Pd, una di Azione, una di Iv, una di Avs, una del M5s, una di Più Europa. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dato questi pareri: favorevole a quella di maggioranza e agli impegni del documento del Pd e di Azione; contrario a quelle del Movimento 5 stelle e dell’alleanza verdi sinistra; favorevole con riformulazioni agli impegni di Iv (che non le accetterà) e a quelli di Più Europa (che invece le accetterà).
La Cina “sta guardando attentamente” la “risposta transatlantica” alla guerra di aggressione scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. “Dobbiamo essere sicuri che la lezione venga imparata: l’aggressione in politica estera non deve mai pagare”. Lo sottolinea l’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas, parlando alla conferenza annuale della European Defence Agency, a Bruxelles.
Il Movimento 5 stelle impegna il governo “a interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorita’ governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari” e a “relazionare alle Camere i dettagli in merito alle spese sostenute per le cessioni di forniture militari”. Lo si legge nella risoluzione dei 5 Stelle presentata alla Camera per le comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto. All’esecutivo, fra l’altro nella risoluzione – che ricalca il testo presentato ieri al Senato – si chiede anche di “interpretare l’articolo 1 del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 200, nel senso che il governo comunica preventivamente alle Aule parlamentari in merito a ciascuna autorizzazione relativa all’invio di armi, anche con riferimento al loro potenziale offensivo, procedendo alla declassificazione degli allegati contenenti la lista di armamenti inviati ed eventualmente da inviare e l’eventuale autorizzazione al loro utilizzo in territorio russo, al fine di garantire un ampio coinvolgimento delle Camere in merito”. I pentastellati, inoltre, chiedono un impegno del governo “a ottemperare regolarmente all’obbligo di riferire alle Camere, con cadenza almeno trimestrale, sull’evoluzione della situazione bellica in atto” e “a non dare seguito all’invito della risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2024, di revocare le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo”.
“Se manca l’Europa non è perché manca l’Italia. E’ colpa di questo governo se manca l’Europa?”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nella sua replica alla Camera al termine della discussione sulle sue comunicazioni in materia di proroga dell’autorizzazione alla cessione di materiali militari all’Ucraina.
L’Ucraina “sta sperimentando il costo della frammentazione” dell’Ue nel settore difesa “sul campo di battaglia: grossi ritardi nelle consegne e nelle riparazioni. Sono cose che possono costare territorio, che possono costare vite”. Lo sottolinea il commissario europeo alla Difesa Andrius Kubilius, parlando a Bruxelles alla conferenza annuale della European Defence Agency. “E’ un momento in cui – prosegue Kubilius – le carenze nelle nostre capacità di difesa sono molto gravi. le carenze di materiale militare, se paragonate a quelle dell’economia di guerra russa, sono colossali. Non possiamo più permetterci un approccio frammentato e incrementale”. “Abbiamo bisogno – continua – di un vero approccio ‘Big Bang’, per aumentare la produzione della difesa e gli acquisti. Abbiamo bisogno anche di un approccio europeo per una maggiore cooperazione industriale, a partire dalla ricerca e sviluppo. E abbiamo bisogno di più capacità produttiva proprio qui in Europa. Dobbiamo mettere il turbo alla nostra difesa”, conclude.
Continuare ad assicurare il pieno sostegno all’Ucraina e mettere in campo ogni sforzo diplomatico, che veda il ruolo attivo dell’Italia, per arrivare al cessate il fuoco e ad una pace giusta. E’ quanto prevede la risoluzione del Partito democratico depositata alla Camera sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto in materia di proroga dell’autorizzazione alla cessione di materiali militari all’Ucraina. La risoluzione, che è la stessa presentata ieri in Senato, “impegna il Governo a sostenere il ruolo dell’Italia nel percorso diplomatico per un rinnovato, incisivo e decisivo impegno diplomatico e politico dell’Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per mettere in campo tutte le iniziative utili al perseguimento di una pace giusta e sicura, anche favorendo le basi per lo svolgimento del secondo vertice per la pace, non lasciando ad altri attori le sorti del nostro continente”. I dem chiedono, poi, di “sostenere la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina, nonché il suo ammodernamento e le opportune riforme nel contesto del processo di adesione all’Unione europea; a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare quanto previsto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, confermando gli impegni assunti dall’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell’Ucraina; ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l’immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranita’ e integrità territoriale dell’Ucraina; a proseguire l’azione fattiva e costante già svolta dall’Italia per il sostegno della popolazione ucraina in patria, nonche’ a implementare le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori; ad adoperarsi in sede europea e internazionale per promuovere azioni di solidarietà nei confronti dei cittadini russi perseguitati, arrestati o costretti a fuggire dal Paese, per aver protestato contro il regime e contro la guerra”.
“Ho letto sui giornali di oggi che ieri al Senato avremmo approvato l’undicesimo pacchetto. Noi non approviamo alcun pacchetto oggi. Non c’è in approvazione alcun pacchetto. C’è in approvazione la possibilità data al governo riapprovando un decreto, approvato per la prima volta nel 2022, da un’altra maggioranza rispetto a quella che adesso governa il Paese, quindi lo stesso identico decreto è stato approvato al 2022 e viene riproposto oggi in approvazione”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso del suo intervento alla Camera dei Deputati sulla proroga dell’autorizzazione di cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamento militare all’Ucraina
“Cosa consente di fare questo decreto? Di fornire aiuti di ogni tipo, anche militari, all’Ucraina nel corso dell’anno. Quindi non si approva un pacchetto, non c’è alcun contenuto in questa discussione, se non quello politico di autorizzare il Governo a eventualmente, nel corso dell’anno, se c’è la possibilità, a continuare ad aiutare l’Ucraina come abbiamo fatto negli anni scorsi. Questo – precisa Crosetto – per rimettere all’interno dei confini reali il dibattito odierno”.
“Ho organizzato io la missione di Zuppi per la pace. E’ stato portato da un aereo della Difesa, è stato accompagnato dalla mia scorta. Sono stato io a chiedere a Zelensky di riceverlo in prima persona.”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, replicando in Aula alla Camera sulla discussione alla proroga al 31 dicembre 2025 degli aiuti militari all’Ucraina. “Ci sono cose che non si dicono, che si fanno” ha aggiunto.
“Come dicono alcuni esperti, la Russia sta conducendo una guerra di nuova generazione contro di noi: propaganda, sabotaggio e aggressione militare vera e propria sono solo forme diverse della stessa guerra, della ‘guerra totale’. Se non facciamo nulla, questi attacchi ibridi potrebbero essere seguiti da attacchi militari. Non ci dovrebbero essere dubbi sulle intenzioni di Putin”. Lo ha detto Andrius Kubilius, Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio. “Putin – ha aggiunto – potrebbe non fermarsi all’Ucraina. Vuole riportare indietro l’orologio. Non di vent’anni. Ma di quaranta o più anni. All’Unione Sovietica. Addirittura all’impero russo. Questo è chiaro da tutto ciò che Putin e i suoi propagandisti dicono. Potrebbe significare annessione, occupazione di parti dell’Europa. Dominazione del resto. Con il primo passo: l’occupazione dei cuori e delle menti del nostro popolo. E la Russia non è sola. La Corea del Nord e l’Iran fanno parte dello stesso asse di autoritari aggressivi. La Cina non è lontana”.
“Proseguire nel sostegno all’Ucraina rappresenta una priorità e la condizione fondamentale per l’avvio di un processo che possa portare a una pace giusta e aderente al diritto internazionale”. Lo si legge nella risoluzione della maggioranza depositata alla Camera per le comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulla guerra in Ucraina e sul ruolo dell’Italia. La risoluzione del centrodestra ricalca il testo presentato ieri al Senato. Al governo, i partiti della maggioranza chiedono di: “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sara’ ulteriormente concordato in ambito Nato e Unione europea nonche’ nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorita’ governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari cosi’ come stabilito dall’articolo 1 del decreto legge 27 dicembre 2024, n.200”. E ancora: di “proseguire il ruolo di mediazione dell’Italia, lavorando per una tregua o un cessate il fuoco in Ucraina, che e’ la strada obbligata per avviare una trattativa di pace riproponendo lo stile di Pratica di Mare, quello del dialogo e della ricerca della pace duratura creando le condizioni per l’avvio di una conferenza di pace analoga a quella che si è svolta in Svizzera il 15 e il 16 giugno 2024, con la più ampia partecipazione possibile dei maggiori attori internazionali”, di “proseguire nel contributo alle iniziative di ricostruzione e sviluppo nonche’ di assistenza alla stabilità macro-economica dell’Ucraina, intraprese a livello europeo e nell’ambito delle alleanze internazionali di cui l’Italia fa parte anche in vista della Conferenza internazionale della ripresa dell’Ucraina che si terrà a Roma il 10-11 luglio 2025”, di “continuare a garantire un supporto concreto al popolo ucraino anche aderendo a iniziative di assistenza umanitaria internazionali” e di “perseguire ogni possibilità di cooperazione industriale per soddisfare le esigenze immediate dell’Ucraina, rilanciandone al contempo l’economia devastata dalla guerra e creando efficaci e duraturi legami in termini di catene di approvvigionamento europee e tecnologie avanzate”.
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