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Le notizie di martedì 28 gennaio sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta.
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha avuto una conversazione telefonica con il re di Giordania, Abdullah II, nella quale lo ha ringraziato per l’aiuto fornito dal Paese nell’attuazione del cessate il fuoco a Gaza. La portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha dichiarato in una nota che Rubio ha ringraziato la Giordania per aver sostenuto la cessazione delle ostilità «attraverso il suo ruolo fondamentale nel fornire assistenza umanitaria attraverso il corridoio giordano». Il capo della diplomazia statunitense ha discusso con il monarca anche della creazione di un percorso che porti alla sicurezza e alla stabilità nella regione. Ha inoltre espresso l’impegno degli Stati Uniti ad approfondire una relazione bilaterale che dura già da 75 anni e che, secondo la nota, «si basa su obiettivi comuni per la sicurezza e la stabilità regionale». La telefonata si è concentrata anche sulla Siria, che Washington ha affermato essere importante perché non viene utilizzata come base per il terrorismo e non rappresenta una minaccia per i Paesi vicini.
L’esercito israeliano vigila sui palestinesi in viaggio verso nord e fa sapere di aver sparato ieri «colpi di avvertimento» per allontanare dei «sospetti» che
si avvicinavano alle truppe. «Nella parte settentrionale di Gaza – scrive l’Idf su Telegram – le truppe hanno identificato un sospettato che rappresentava una minaccia per loro e hanno sparato colpi di avvertimento per allontanarlo. Il sospettato non si è allontanato e, poiché continuava a rappresentare una minaccia per le truppe, sono stati sparati altri colpi per allontanare la minaccia. Inoltre, nella parte centrale di Gaza, un aereo israeliano ha sparato per allontanare un certo numero di veicoli sospetti che
si stavano muovendo verso nord in un’area che non è autorizzata per il passaggio secondo l’accordo e senza ispezione, in violazione dei termini dell’accordo». Come d’uso da qualche giorno, la nota conclude precisando che le Idf «sono determinate a mantenere pienamente i termini dell’accordo per restituire gli ostaggi» ma « continueranno a prendere tutte le misure necessarie per sventare qualsiasi minaccia immediata per i soldati». Le Idf «invitano gli abitanti di Gaza a seguire i loro annunci e a evitare di avvicinarsi alle truppe dispiegate nella zona».
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu potrebbe fare visita alla Casa Bianca all’inizio della prossima settimana. Lo riferiscono fonti della Cnn. Se la visita venisse confermata, Netanyahu sarebbe il primo leader straniero a essere ricevuto dal presidente Usa Donald Trump.
(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) Le porte non esistono più, l’ingresso — se va bene — è rivelato dagli spuntoni dei mattoni che le tenevano su. Lasciate ogni sorpresa, voi che entrate: le migliaia di palestinesi in marcia all’alba per raggiungere i villaggi da dove sono fuggiti quindici mesi fa sapevano che cosa avrebbero trovato. Distruzione, macerie, polvere, morte. Sono gli abbracci ad aprire e richiudersi sui cardini delle spalle arrugginite per le troppe notti al freddo. Ed è un po’ come risentirsi a casa, l’odore famigliare di una sorella, una madre, un padre, persi nella nebbia della guerra e adesso incrociati per caso nella fuliggine salmastra che offusca tutto.
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28 gennaio, 00:44 – Aggiornata il 28 gennaio, 01:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il blitz in Cisgiordania
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