Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che Hamas rilascerà domani. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro israeliano. Si tratta di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel. In cambio, Israele libererà 90 detenuti nel quarto scambio nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco di Gaza. Nella notte, Israele ha effettuato raid aerei su obiettivi Hezbollah a est del Libano. I raid hanno provocato almeno 2 morti, secondo il ministero della Salute libanese
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Domani Hamas rilascerà tre ostaggi uomini, come è previsto dagli accordi. Israele ha ricevuto la lista affermando che “verrà fornita una risposta”. Si tratta di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel. In cambio,  domani Israele libererà 90 detenuti nel quarto scambio nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco di Gaza. Lo scambio è stato confermato da Hamas: domani saranno rilasciati nove detenuti palestinesi che stanno scontando ergastoli e altri 81 che stanno scontando lunghe pene nelle carceri israeliane in cambio dei tre civili.
Nella notte, aerei da guerra di Israele hanno effettuato una serie di attacchi aerei su obiettivi di Hezbollah nella Valle della Beqa, nell’est del Libano. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane (Idf), citate dai media locali, precisando di rimanere “impegnate” nella tregua con il movimento sciita. Il bilancio è di almeno due morti, secondo quanto afferma il ministero della Salute libanese.
Tre israeliani e 5 thailandesi rapiti da Hamas sono tornati in libertà dopo 482 giorni di prigionia a Gaza, nell’ennesimo show dei miliziani palestinesi che stavolta ha fatto infuriare Netanyahu. Il premier israeliano ha parlato di “crudeltà sconvolgente” e ha ritardato il rilascio dei detenuti palestinesi. 
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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
“Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”. IL PIANO
I  palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il   clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è   giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di   guerra. LE IMMAGINI
Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO
Gli Stati Uniti commetterebbero ”uno dei peggiori errori della storia” se decidessero di condurre un attacco militare contro i siti nucleari iraniani. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi nel corso di una intervista ad Al Jazeera. Teheran risponderà ”immediatamente e con decisione” se i suoi siti nucleari saranno attaccati, il che porterà a ”una guerra totale nella regione”, ha aggiunto il capo della diplomazia iraniana.
Sono ”accuse molto gravi che devono essere indagate” quelle formulate dall’ex ostaggio israelo-britannica Emily Damari di essere stata tenuta in ostaggio in una struttura dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, mentre era nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato una portavoce dell’Unrwa al sito di Ynet.
Dicendosi sollevata dal fatto che Damari sia stata riunita alla sua famiglia, la portavoce ha ricordato che l’Unrwa “ha ripetutamente chiesto indagini indipendenti sulle accuse di uso improprio e disprezzo delle strutture delle Nazioni Unite da parte di gruppi armati palestinesi, tra cui Hamas”.
Israele scarcererà domani 183 detenuti palestinesi in cambio di tre ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023. Lo ha reso noto all’Afp Amani Sarahneh, dell’ong Club des Prisonniers, spiegando inizialmente era previsto il rilascio di 90 detenuti.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha dichiarato a ‘Ynet’ che le accuse dell’ostaggio liberato Emily Damari, secondo cui sarebbe stata trattenuta nelle strutture dell’UNRWA, sono “accuse molto gravi” che devono essere indagate. In commenti pubblicati da ‘Ynet’ in ebraico, una portavoce ha affermato di essere sollevata dal fatto che Damari sia stata riunita alla sua famiglia e ha affermato che l’UNRWA “ha ripetutamente chiesto indagini indipendenti sulle accuse di uso improprio e disprezzo delle strutture delle Nazioni Unite da parte di gruppi armati palestinesi, tra cui Hamas”.
Sono state rilasciate quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l’ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell’accordo di cessate il fuoco nell’enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO
Israele deve liberare domani 183 prigionieri, secondo le nuove cifre fornite da una ong palestinese. Questa mattina la stessa ong, il Palestinian Prisoners’ Club, aveva indicato che domani Israele avrebbe dovuto liberare 90 detenuti in cambio di tre ostaggi israeliani, nel quarto scambio nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco di Gaza. 
L’apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. “Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento”, racconta un palestinese. “Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo”, ha affermato Hamas. LE IMMAGINI
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova. CHI SONO
Israele ritiene che Hamas non voglia liberare tutti gli ostaggi vivi nella seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo afferma Channel 12, spiegando che i funzionari israeliani ritengono che Hamas non accetterà di liberare tutti gli ostaggi ancora in vita in una seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco poiché questi rappresentano una polizza assicurativa nei confronti di Israele. Per questo motivo, affermano i funzionari a condizione di anonimato, non ci sarà altra scelta se non quella di tornare a combattere.
In base all’accordo di cessate il fuoco, Israele e Hamas hanno concordato una prima fase di 42 giorni che prevede il ritorno di 33 ostaggi. Presto inizieranno i colloqui su una potenziale seconda fase. Tale fase, se concordata, vedrebbe il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita in cambio di un cessate il fuoco permanente. I corpi rimanenti verrebbero restituiti in una terza fase.
Nove Paesi si sono impegnati ad arrestare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel rispetto del mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei suoi confronti e a impedire la vendita di armi a Israele. La decisione è stata presa all’Aja da rappresentanti di Belize, Bolivia, Colombia, Cuba, Honduras, Malesia, Namibia, Senegal e Sudafrica, che hanno formato una coalizione in difesa del diritto internazionale.
Nello specifico, i Paesi hanno firmato una dichiarazione in cui si impegnano a “sostenere le richieste della Cpi” e a “rispettare i propri obblighi ai sensi dello Statuto di Roma in merito agli ordini emessi il 21 novembre 2024” nei confronti di Netanyahu e dell’ex ministro alla Difesa israeliano Yoav Galant. E’ stato anche concordato di “impedire la fornitura o il trasferimento di armi, munizioni ed equipaggiamento a Israele in tutti i casi in cui vi sia un rischio evidente che tali armi” possano essere utilizzate “per violazioni del diritto umanitario”.
I paesi hanno inoltre concordato di “impedire alle navi di attraccare in qualsiasi porto” all’interno della loro giurisdizione “in tutti i casi in cui vi sia un rischio evidente che la nave venga utilizzata per trasportare carburante e armi militari in Israele”. “Adotteremo ulteriori misure per porre fine all’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e rimuovere gli ostacoli alla realizzazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, compreso il diritto a fondare uno Stato di Palestina indipendente”, si legge nella dichiarazione.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si incontreranno due volte a Washington durante la visita di quest’ultimo martedì. Lo rivela Axios, spiegando che i due leader si vedranno una prima volta per una riunione di lavoro e poi per una cena informale. La fonte citata da Axios precisa che la riunione di lavoro è prevista per mezzogiorno ora di Washington e dopo i due leader ceneranno con le rispettive consorti.
Emily Damari, uno degli ostaggi israeliani liberati ieri, era stata tenuta prigioniera da Hamas in strutture dell’Agenzia delle Nazioni Unite Unrwa. A sostenerlo è stata la madre di Emily, Mandy, in un post rilanciato da The Times of Israel. “Hamas ha tenuto Emily in strutture dell’Unrwa e le ha negato l’accesso alle cure mediche dopo averle sparato due volte”, ha scritto, “è un miracolo che sia sopravvissuta”.
Secondo quanto riportato da Axios, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbero incontrarsi due volte a Washington martedì: una volta per una riunione di lavoro e poi per una cena informale. Secondo quanto riportato da Axios, che cita una fonte non identificata, la riunione di lavoro è prevista per mezzogiorno, ora della costa orientale (18 ora italiana), dopodiché i due leader ceneranno con le rispettive consorti.
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Di NewsBot