L’elicottero di Rovagnati precipitato, la ricostruzione: il decollo, il video, lo schianto a 500 metri nella nebbia
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Le ipotesi: guasto o disorientamento del pilota per nebbia. Nel filmato l’ascesa del mezzo è regolare. Un aereo dirottato per la poca visibilità in zona
I rottami dell’elicottero precipitato  (Ansa)
DAL NOSTRO INVIATO
PARMA – Nessun traliccio, nessun cavo, nessun albero. A ostacolare il decollo dell’elicottero c’era solo una fittissima nebbia che mercoledì sera è calata su Noceto come una coltre invisibile. Ma una telecamera del castello ha comunque ripreso i primi secondi del decollo. Da quelle immagini sembra tutto regolare: le pale volteggiano, l’Agusta A109 si leva in volo e scompare nel bianco. A bordo c’erano Lorenzo Rovagnati e i piloti Flavio Massa e Leonardo Italiani. 
A terra era rimasto solo il custode del castello che aveva accompagnato il terzetto alla piazzola di partenza. Il quale non ha fatto poi in tempo a rientrare in casa, all’interno delle mura castellane, che è stato fermato da un boato. Si è precipitato nella direzione di quel brutto rumore che arrivava dal vicino campo, e, fatti 500 metri, ha scoperto il disastro e ha dato l’allarme. Rovagnati era nella cabina passeggeri incastrato fra le lamiere, i piloti fuori. Non c’era più nulla da fare per nessuno (in questo articolo il ricordo di Biassono, nel Monzese: «Le sue radici erano qui. Sempre pronto a dare una mano»


«Andava veloce quando ha impattato il suolo, considerato che l’elicottero è a circa 25 metri dal cratere», stima l’investigatore. Quale può essere stata dunque la causa dello schianto? Guasto meccanico? Errore umano? Un volatile? Altro?
Sulla vicenda indaga la Procura di Parma che ha messo in campo anche i carabinieri del Ris. «Abbiamo aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo in attesa dei risultati degli accertamenti», fa sapere il procuratore Alfonso D’Avino. Autopsie, esami tecnici, scientifici. Ci vorranno mesi. Gli inquirenti, che non possono contare sulla scatola nera (non obbligatoria, ndr), stanno raccogliendo ogni dato disponibile: il piano di volo, che risulta essere stato presentato alla torre di controllo con destinazione Arcore, documentazione di bordo, informatica, carte di manutenzione del velivolo, abilitazioni, ultime visite mediche dei piloti e i bollettini meteo della giornata. 
Domanda: potevano decollare con una nebbia del genere? «Stiamo verificando — taglia corto il comandante provinciale dei carabinieri, Andrea Pagliaro, che ha pure un brevetto di volo e a Trapani aveva indagato sul caso dell’Eurofighter precipitato nel dicembre 2022 — Dobbiamo ricostruire tutto, lo dobbiamo ai familiari delle vittime».
Una certezza c’è: la densa nebbia. «Non ho mai visto una cosa del genere — assicura il signor Corradi del negozio di antichità di fronte al castello — Ieri ho chiuso poco prima del disastro, non si vedeva a dieci metri». A conferma della scarsa visibilità, la decisione dell’aeroporto di Parma di dirottare un volo su Bologna.
 
Ma perché un elicottero, pur nella nebbia, dovrebbe precipitare se non tocca qualcosa? «Perché quando sei in aria e non vedi nulla può succedere di perdere l’orientamento: pensi di andare verso su e invece stai scendendo», la semplifica l’inquirente esperto. È girata la voce che a pilotare fosse il meno esperto dei due. «Erano copiloti, i comandi ce li avevano entrambi», spiegano in Procura.
Al lavoro anche gli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, che hanno analizzato il relitto. Mentre poco più in là, il sindaco di Noceto, Fabio Fecci, tagliava il nastro di una tangenziale che attraversa i terreni della tenuta Rovagnati: «La voleva anche Lorenzo».


6 febbraio 2025 ( modifica il 7 febbraio 2025 | 08:31)
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L'intervista a«Un giorno da pecora» su Rai Radio1
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Di NewsBot