Le forze russe hanno conquistato la città di Toretsk nella regione ucraina di Donetsk. Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa ha arrestato 4 agenti donne dei servizi speciali ucraini a Sebastopoli, Voronezh e Rostov sul Don, reclutate per commettere attacchi terroristici contro alti ranghi dell’esercito russo e sabotaggi presso impianti di produzione di carburante. Possibile incontro tra il presidente Usa, Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky la prossima settimana
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Le forze russe hanno conquistato la città di Toretsk nella regione ucraina di Donetsk, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Mosca, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, l’FSB ha arrestato quattro agenti donne dei servizi speciali ucraini a Sebastopoli, Voronezh e Rostov sul Don, reclutate per commettere attacchi terroristici contro alti ranghi dell’esercito russo e sabotaggi presso impianti di produzione di carburante ed energia. Lo ha riferito, riporta la Tass, il Centro per le Relazioni Pubbliche dell’FSB russo. Secondo il Servizio, l’obiettivo delle azioni erano alti ufficiali del Ministero della Difesa russo e impianti di rifornimento di carburante ed energia. Le agenti, prosegue la nota, hanno confessato di essere state state addestrate in Ucraina all’uso di armi leggere, mine ed esplosivi, oltre che al controllo di droni e a metodi di individuazione di soggetti sorvegliati. 
Possibile incontro tra il presidente Usa, Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky la prossima settimana. Lo annuncia lo stesso Trump.
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Donald Trump ribadisce la sua volontà di “mettere fine alla guerra orribile” in Ucraina. “Mi piacerebbe incontrare Putin presto”, ha affermato il presidente Usa intervenendo ieri in videoconferenza al World Economic Forum di Davos, assicurando che anche “l’Ucraina è pronta a un accordo”. Ma le pressioni del tycoon – anche e soprattutto in tema economico – non sembrano smuovere il Cremlino. “Nulla di nuovo”, ha detto il portavoce Dmitrij Peskov. “Restiamo pronti al dialogo”, ha però assicurato, purché sia “un dialogo su un piano di parità e nel rispetto reciproco”. Putin è “pronto” a eventuali colloqui, ma a precise condizioni. COSA SAPERE
L’uomo ha perso la vita dopo essere rimasto coinvolto in un’esplosione all’ingresso di un palazzo nella capitale russa. Il fatto è avvenuto nell’entrata di un edificio di 29 piani nel complesso residenziale di Alye Parusa, nel nord-ovest di Mosca. Sarkisjan era il fondatore di un battaglione di combattenti volontari filorussi nel Donbass e presidente della Federazione pugilato nella regione di Donetsk. IL PROFILO
Il presidente americano Donald Trump punta a negoziare un “accordo” con l’Ucraina affinché Kiev offra una “garanzia” sulle sue immense risorse minerarie, in cambio degli aiuti statunitensi contro la Russia. L’Ucraina è molto fornita di terre rare che nei prossimi anni saranno molto richieste. COSA SAPERE
Mentre la guerra in Ucraina procede – con Kiev che nei giorni scorsi ha accusato le truppe del Cremlino di essere tornate a prendere di mira la sua rete elettrica causando gravissimi danni alle infrastrutture energetiche e nuovi blackout di emergenza con il termometro ormai sotto lo zero – c’è chi si è chiesto quali sarebbero i potenziali punti critici al confine con l’Europa qualora la Russia decidesse di spingersi oltre l’Ucraina nelle sue azioni militari. Ad analizzare questo scenario ipotetico è stato il settimanale statunitenste Newsweek, che ha pubblicato delle mappe in cui sono segnalati i possibili nuovi fronti, nel caso in cui nei prossimi anni si arrivasse a uno scontro diretto tra la Nato a Mosca. GLI SCENARI
“Il raggiungimento di una pace duratura e sostenibile richiede non solo la fine della guerra in Ucraina, ma anche la fine dell’aggressione russa. La ricetta per raggiungere questi obbiettivi è semplice: dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina, supportarla militarmente e continuare a fare pressione sulla Russia nei settori energetico e finanziario”. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri  della Lituania, Kestutis Budrys, durante l’incontro a Washington, con l’inviato speciale degli Stati uniti per l’Ucraina e la Russia, Joseph Kellog. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche i ministri degli Esteri estone, Margus Tsahkna, e lettone, Baiba Braze, Budrys ha inoltre ribadito che qualsiasi formula di pace temporanea o tregua non potrà rappresentare una soluzione al conflitto, ma fornirà al Cremlino un’opportunità per riarmarsi e rafforzarsi. Analoghe anche le parole del ministro estone Tsahkna, che ha posto in evidenza la necessità che Kiev arrivi alle trattative di pace da una posizione di forza. Solo questo, secondo il politico estone, potrà porre le basi per una pace duratura. 
Se non ci sarà un accordo a breve per l’Ucraina con la Russia “non avrò  altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello  che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti”. Donald Trump, dopo il  suo insediamento alla Casa Bianca come 47esimo presidente degli Usa, ha  subito affrontato il tema della guerra tra Mosca e Kiev. Ma cosa può  cambiare con l’approccio del tycoon? E quali sono i possibili scenari  all’orizzonte? GLI SCENARI
Volodymyr Zelensky si limita a confermare, dopo che Donald Trump ha anticipato come probabile un incontro con lui la prossima settimana, che sono in programma colloqui fra Usa e Ucraina. “Apprezziamo sempre lavorare con il Presidente Trump. Pianifichiamo anche incontri e colloqui a livello di team. In questo momento ucraini e americani stanno risolvendo i dettagli”, ha scritto il Presidente ucraino in un post su X. 
Non solo Ucraina: secondo quanto riferito dal Financial Times, in passato la Russia ha pianificato un possibile attacco a Giappone e Corea del Sud in caso di conflitto su scala globale. Ad essere interessati sarebbero sia obiettivi militari che civili, incluse le centrali elettriche e nucleari. Ecco quello che è emerso. LEGGI QUI
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La Russia sarà costretta ad adottare misure di ritorsione se la Francia continuerà ad aggravare la situazione sulla questione mediatica. Lo ha affermato in un commento, pubblicato dall’agenzia Tass, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in relazione ai piani del Ministero degli Esteri francese di rivedere la procedura di accreditamento dei giornalisti russi. La diplomatica ha sottolineato che le dichiarazioni di Parigi sulla presunta situazione pericolosa dei giornalisti francesi in Russia riflettono “la malinconia tradizionale del mainstream occidentale. Tutto questo è un’altra sfacciata menzogna. 33 dipendenti di nove media francesi, che lavorano stabilmente in Russia, si sentono benissimo a Mosca. A differenza delle autorità della repubblica francese, nessuno qui limita la loro partecipazione ai principali eventi stampa, non li priva degli accrediti già rilasciati, non congela i loro conti bancari”, ha sottolineato. “Se le autorità francesi andranno avanti con un’ulteriore escalation – conclude Zakharova – saremo costretti a rispondere”.
L’arma è stata utilizzata dalla Russia per colpire in Ucraina, a novembre scorso, ad oltre mille giorni dall’inizio del conflitto, come aveva annunciato Vladimir Putin, confermando come il missile sarebbe stato testato nuovamente in combattimento. Il leader russo aveva anche annunciato la produzione in serie dell’Oreshnik, mentre il comandante delle truppe missilistiche russe aveva confermato che questa nuova arma può colpire “in tutto il territorio europeo”. Successivamente, il 10 dicembre, Putin ha precisato che l’emergere dei sistemi missilistici Oreshnik a medio raggio ridurrà al minimo la necessità di utilizzare armi nucleari. Ecco le caratteristiche tecniche di queste armi e come possono cambiare il conflitto. I DETTAGLI
“Probabilmente incontrerò il Presidente Zelensky la prossima settimana e probabilmente parlerò con Vladimir Putin, vorrei vedere che la guerra finisca”, ha anticipato Donald Trump alla Casa Bianca, a margine del suo incontro con il Premier giapponese, Shigeru Ishiba. 
“Solo sul fronte umanitario, è terribile quello che sta accadendo”, ha affermato il Presidente americano. L’incontro, ha aggiunto, “potrebbe svolgersi a Washington, non andrò là” (a Kiev, ndr). “Una delle cose che stiamo perseguendo con Volodymir Zelensky è di garantire i loro asset, hanno tutti questi asset sotto terra, terre rare e altro ma principalmente terre rare. E chiediamo anche al Presidente Zelensky la sicurezza di tutto il denaro che inviamo”, ha aggiunto. 
La prossima settimana Zelensky sarà alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove per l’Amministrazione Usa ci saranno il vice presidente J.D. Vance e l’inviato speciale Keith Kellogg.
Se non ci sarà un accordo a breve per l’Ucraina con la Russia “non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti”. Donald Trump, dopo il suo insediamento alla Casa Bianca come 47esimo presidente degli Usa, ha subito affrontato il tema della guerra tra Mosca e Kiev. Ma cosa può cambiare con l’approccio del tycoon? E quali sono i possibili scenari all’orizzonte? GLI SCENARI
“Nelle zone dell’operazione a Kursk si sono verificati nuovi attacchi: l’esercito russo ha fatto nuovamente intervenire i soldati nordcoreani. Un numero significativo di occupanti è stato annientato, tra cui centinaia di soldati russi e nordcoreani”. Lo ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. 
Possibile incontro tra il presidente Usa, Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky la prossima settimana. Lo annuncia lo stesso Trump. Ai giornalisti che hanno chiesto se l’incontro avverrà nella capitale americana, Trump ha replicato: “Potrebbe essere a Washington, non andrò io a Kiev”. Il presidente ha aggiunto che vuole discutere la sicurezza di asset ucraini come le terre rare. 
“Parlerò con Putin” e probabilmente “incontrerò Xi”. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump ricevendo il premier giapponese Shigeru Ishiba alla Casa Bianca, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. 
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La Russia ha bollato come “indesiderata” l’organizzazione norvegese The Independent Barents Observer, vietando così di fatto ogni attività nel Paese al giornale che questa pubblica, The Barents Observer: lo riporta l’agenzia Interfax citando la procura generale russa. La procura accusa la testata di aver pubblicato articoli, a suo dire, di “chiaro orientamento anti-russo” e che “mirano a stimolare sentimenti di protesta tra la popolazione delle regioni settentrionali della Russia, a inasprire le sanzioni anti-russe e alla necessità di aumentare la presenza militare della Nato ai confini” russi. Nonché di “screditare le attività delle forze armate” del Cremlino. “Il giornalismo non è un reato, il reato è fermare la stampa libera e la libertà di espressione”, ha replicato secondo la Reuters online il direttore del giornale, Thomas Nilsen, commentando quella che appare come un’altra palese violazione della libertà di stampa da parte del governo russo. “The Barents Observer continuerà a riportare, in russo e in inglese, gli sviluppi importanti nel nord della Russia”, ha assicurato Nilsen. Il provvedimento – spiega il Moscow Times – arriva proprio il giorno dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha bocciato la decisione del 2019 delle autorità russe di bloccare il sito web della testata. 
Le forze ucraine sono riuscite a intercettare una bomba planante lanciata dalla Russia sulla regione di Zaporizhzhia, ha reso noto il portavoce dell’aeronautica, Yuri Ihnat, precisando che non è la prima volta che viene respinta una bomba planante, un ordigno lanciato da una elevata altitudine, oltre il tiro della difesa aerea ordinaria, e che poi raggiunge l’obiettivo con le ali di cui è dotata. Secondo fonti non ufficiali, a intercettare la bomba è stato un sistema sperimentale. Ihnat si è limitato a parlare della necessità di un “approccio complesso” di sistemi basati a terra e difesa aerea per respingere le bombe plananti russe. 
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