Moratti, Della Valle e Tronchetti Provera tra i bersagli della truffa con il nome di Crosetto. «Può capitare, sembrava tutto vero»
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Le notizie di sabato 8 febbraio sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta
(Di Greta Privitera) Tre ore. Tre ore di ritardo che sono sembrate un’eternità. L’accordo era: alle 16, lista dei nomi dei prossimi ostaggi da liberare. Hamas l’ha consegnata alle 19 di ieri sera. Centottanta minuti dopo. Per le famiglie che attendono i loro cari ancora a Gaza sono un tempo infinito di inquietudine e domande: «La tregua sta saltando?». «Montagne russe» dicono sempre gli uomini e le donne che si incontrano nella piazza degli ostaggi di Tel Aviv.
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Hamas rilascerà gli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami a partire dalle 10 a Deir al-Balah, una località nella Striscia di Gaza centrale. La milizia islamista ha già allestito il palco per la consueta cerimonia di consegna alla Croce Rossa, poi tutti e tre saranno scortati fuori da Gaza dall’IDF verso una struttura dell’esercito vicino a Re’im, dove saranno sottoposti a un controllo fisico e mentale iniziale e incontreranno le loro famiglie. Successivamente, saranno portati negli ospedali Ichilov e Sheba nel centro di Israele. È la prima volta che viene scelta Deir al-Balah per il rilascio degli ostaggi. Sul palco campeggia un cartello con un pugno e una bandiera palestinese e le parole «vittoria totale» scritte in ebraico in basso sopra una foto del primo ministro Benjamin Netanyahu che ha giurato che la guerra non finirà finché Israele non otterrà la «vittoria totale». I pick-up bianchi con mitragliatrici montate sul retro fiancheggiano il palco e si possono vedere uomini armati e mascherati di Hamas che formano un cordone che circonda il sito. Non è immediatamente chiaro se ci saranno uno o più siti in cui i tre ostaggi, Ohad Ben Ami, 56 anni, Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni, saranno liberati.
Da sinistra a destra: Or Levy, Ohad Ben Ami ed Eli Sharabi
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres hanno ribadito la loro opposizione a qualsiasi proposta volta a sfollare i palestinesi da Gaza e hanno confermato il loro sostegno alla soluzione dei due Stati. Ne dà notizia il sito del network satellitare qatariota al Jazeera.
Secondo un comunicato della Presidenza egiziana, el-Sisi e Guterres hanno anche discusso in una telefonata «gli sforzi dell’Egitto per il rispetto del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e dello scambio di prigionieri e per facilitare l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza». Hanno inoltre sottolineato l’importanza di avviare rapidamente il processo di ricostruzione a Gaza per ripristinare la normalità nell’enclave palestinese, contrariamente ai piani di sfollamento.
Il Dipartimento di Stato statunitense ha approvato la vendita a Israele di 6,75 miliardi di dollari in bombe, kit di guida e spolette, oltre a 660 milioni di dollari in missili Hellfire, secondo quanto dichiarato dalla Defense Security Cooperation Agency (DSCA). Ne dà notizia il sito del network satellitare qatariota al Jazeera. «Gli Stati Uniti sono impegnati per la sicurezza di Israele ed è vitale per gli interessi nazionali degli Stati Uniti assistere Israele nello sviluppo e nel mantenimento di una forte e pronta capacità di autodifesa», la dichiarazione diffusa dalla DSCA che accompagna la notizia.
8 febbraio, 01:22 – Aggiornata il 8 febbraio, 08:51
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La presidente della Commissione Ue in conferenza stampa
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