"Siate crudeli, non abbiate pietà" dei prigionieri ucraini. E’ il messaggio che circola da quasi tre anni nelle carceri russe. Secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal, alle guardie è stato spiegato che per i prigionieri ucraini le regole normali non si applicano, non ci sono restrizioni alla violenza. La Corea del Nord ha spedito circa 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio ed è "probabile" si appresti a inviare più truppe e armi a supporto di Mosca. Lo ha riferito il ministero della Difesa sudcoreano
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“Siate crudeli, non abbiate pietà” dei prigionieri ucraini. E’ il messaggio che circola da quasi tre anni nelle carceri russe. Secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal, alle guardie è stato spiegato che per i prigionieri ucraini le regole normali non si applicano, non ci sono restrizioni alla violenza. Le informazioni sono state raccolte da tre ex funzionari carcerari che hanno testimoniato alla Corte Penale Internazionale.
La Corea del Nord ha spedito circa 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio alla Russia ed è “probabile” si appresti a inviare più truppe e armi a supporto della guerra di Mosca contro l’Ucraina. Lo ha riferito il ministero della Difesa sudcoreano. L’agenzia di spionaggio di Seul (Nis) ha stimato di recente che sui circa 11mila soldati inviati al fronte del Kursk da Pyongyang, circa 300 siano rimasti uccisi e circa 2.700 siano stati feriti.
“Restrizioni” all’approvvigionamento di elettricità sono state disposte dal governo di Kiev in seguito ad un attacco russo alle infrastrutture energetiche. “Per minimizzare le potenziali conseguenze per il sistema energetico, l’operatore del sistema di trasmissione sta applicando con urgenza restrizioni all’approvvigionamento energetico”, ha scritto il ministro dell’Energia, German Galushchenko, sui social. 
In un’intervista a Fox News, il presidente americano Donald Trump ha lasciato aperta la possibilità che l’Ucraina “possa essere russa un giorno”. 
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Nel corso del 2024 gli alleati della Nato hanno fornito all’Ucraina 51 miliardi di euro di aiuti militari, superando ampiamente la quota di 40 miliardi promessa al summit di Washington, con il 60% di queste forniture provenienti dagli alleati europei. Lo affermano fonti diplomatiche alleate. Non solo. Sempre nel 2024, gli alleati europei hanno aumentato del 20% le spese militari, cifra pari a 75 miliardi di euro. 
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’idea di Macron una forza di pace europea in Ucraina funzionerebbe solo se fosse dispiegata su larga scala. “In merito all’idea di Emmanuel, se fa parte di una garanzia di sicurezza allora sì, se ci saranno 100-150.000 truppe europee, allora sì. Ma anche in quel caso non saremmo allo stesso livello di truppe dell’esercito russo che si oppone a noi”, ha affermato. L’Europa è ancora lontana dall’accettare di inviare truppe pronte al combattimento in Ucraina, una mossa che Putin difficilmente accetterebbe nei negoziati, ricorda il Guardian, mentre Zelensky ha detto che una missione di peacekeeping più soft difficilmente funzionerebbe. “Sarò sincero con voi, non penso che le truppe Onu o qualcosa di simile abbiano mai veramente aiutato qualcuno nella storia. Oggi non possiamo davvero sostenere questa idea. Siamo a favore di un contingente (di peacekeeping) se fa parte di una garanzia di sicurezza, e vorrei sottolineare ancora una volta che senza l’America questo è impossibile”, ha aggiunto. 
Alla conferenza di Monaco, è atteso un incontro tra il segretario Usa Rubio e Volodymyr Zelensky, che ha in programma di vedere altri membri del team di Trump e influenti senatori. Ma “non c’è ancora una data” per incontrare Trump, ha detto il presidente ucraino in un’intervista al Guardian, anche se il suo team sta lavorando per fissarne una. Trump ha detto nel fine settimana che “probabilmente” avrebbe incontrato Zelensky questa settimana, ed è possibile che il presidente ucraino possa volare a Washington da Monaco. “Speriamo che i nostri team fissino una data e un piano di incontri negli Stati Uniti; non appena sarà concordato, saremo pronti, io sono pronto”, ha detto. 
La commissaria per i diritti umani del governo russo, Tatiana Moskalkova, sostiene che Mosca stia “lavorando con l’Ucraina” e “assieme al Comitato internazionale della Croce Rossa” alla possibile apertura di un corridoio umanitario per gli abitanti della regione russa di Kursk che si trovano nella zona sotto il controllo delle forze ucraine. Lo riporta l’agenzia Interfax. “Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Ucraina su questo tema, insieme al Comitato internazionale della Croce Rossa. C’è speranza per un risultato positivo”, ha detto Moskalkova secondo Interfax. 
Se Trump riuscirà a portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che ha intenzione di offrire alla Russia uno scambio territoriale diretto, rinunciando ai territori che Kiev detiene nella regione russa di Kursk da quando è stata lanciata un’offensiva a sorpresa sei mesi fa. “Scambieremo un territorio con un altro”, ha detto in un’intervista al Guardian, aggiungendo di non sapere quale parte del territorio occupato dalla Russia l’Ucraina avrebbe chiesto in cambio. “Non lo so, vedremo. Ma tutti i nostri territori sono importanti, non c’è una priorità”, ha detto. 
©Ansa

Se Donald Trump ritira il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, l’Europa da sola non sarà in grado di colmare il divario. Ad affermarlo è Volodymyr Zelensky in un’intervista al Guardian, alla vigilia di quello che potrebbe essere il suo viaggio diplomatico più importante dall’invasione. “Ci sono voci che dicono che l’Europa potrebbe offrire garanzie di sicurezza senza gli americani, e io dico sempre di no”, ha detto il presidente ucraino a Kiev. “Le garanzie di sicurezza senza l’America non sono vere garanzie di sicurezza”, ha aggiunto. 
“Siate crudeli, non abbiate pietà” dei prigionieri ucraini. E’ il messaggio che circola da quasi tre anni nelle carceri russe. Secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal, alle guardie è stato spiegato che per i prigionieri ucraini le regole normali non si applicano, non ci sono restrizioni alla violenza. Queste indicazioni hanno aperto la porta un trattamento duro con scosse elettriche sui genitali dei prigionieri fino all’esaurimento delle batterie e botte con vari strumenti. Le informazioni sono state raccolte da tre ex funzionari carcerari che hanno testimoniato alla Corte Penale Internazionale. 
Al tavolo di eventuali futuri negoziati  “l’Ucraina deve trovarsi in una posizione di forza. Ciò significa che l’Europa deve fare di più. Più sostegno finanziario. Più aiuti militari. Più pressione diplomatica. Più assistenza umanitaria. Perché sappiamo che la difesa dell’Ucraina è anche la difesa dell’Europa”. Lo ha detto la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, oggi durante la plenaria a Strasburgo. 
“Questo – ha continuato – non è solo un attacco all’Ucraina. È un attacco alla democrazia, al nostro modo di vivere, all’Europa. Sono orgogliosa che questo Parlamento sia stato al fianco dell’Ucraina fin dal primo momento: unito, incrollabile e risoluto. E la nostra partnership con la Verkhovna Rada è stata fondamentale per approfondire i nostri legami con il popolo ucraino e per preparare l’Ucraina al suo percorso verso l’adesione. Continueremo a spingere per la pace. Ma non dobbiamo dimenticare ciò che intendiamo per pace. La pace deve essere giusta, deve essere dignitosa e – ha concluso – deve basarsi sul principio ‘niente sull’Ucraina senza l’Ucraina’”.
Il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito presso l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme per discutere la risposta di Israele al rinvio del rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Lo riporta la stampa israeliana. Prima dell’incontro, Netanyahu ha svolto una valutazione della questione con i responsabili della sicurezza.
L’ambasciatrice statunitense a Mosca, Lynne Tracy, ha incontrato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov e ha discusso delle attività delle istituzioni diplomatiche russe all’estero, ha riportato l’agenzia di stampa statale RIA che ha citato Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, come fonte delle informazioni. Lunedì Ryabkov, l’uomo di punta della Russia per le relazioni con gli Stati Uniti, ha tenuto una conferenza stampa e, tra gli altri argomenti, ha parlato di possibili colloqui di pace sull’Ucraina tra Mosca e Washington.
“Un paese in guerra non è un potenziale membro della Nato”. Lo ha dichiarato il candidato cancelliere della Cdu, Friedrich Merz, in un’intervista all’Economist. Incalzato sulla questione, Merz ha ammesso alla fine che vorrebbe vedere “l’Ucraina nella Nato come Paese pacificato”, ma ha aggiunto che è “troppo presto” per considerare di ammettere un Paese che non mantiene il pieno controllo sul suo territorio, almeno fino a quando gli Stati Uniti non avranno chiarito la loro posizione. Merz ha inoltre aggiunto di guardare “con favore” alle proposte americane di utilizzare i beni russi congelati per aiutare l’Ucraina. Sul possibile invio di truppe di peacekeeping in Ucraina, Merz ha affermato che “potrebbe essere un’opzione”, ma solo “in seguito a una tregua affidabile”. 
Novaya Gazeta, un quotidiano con una tiratura media settimanale di 300.000 copie e un pubblico giornaliero online di circa 3 milioni, e Dozhd Tv, un canale televisivo con un audience annuale di circa 18 milioni di persone, sono state chiuse. Mentre per gli individui sono scattate sanzioni amministrative da 30.000 a 150.000 rubli, detenzioni preventive e incarcerazioni. La più lunga, 25 anni, è stata imposta a Vladimir Kara-Murza, politico e giornalista dell’opposizione. “Le misure imposte sono andate ben oltre l’accertamento della reale minaccia agli interessi nazionali”, indica la Cedu evidenziando anche che sono stati presi di mira anche semplici slogan pacifisti, espressioni satiriche, oltre ai resoconti fattuali sui presunti crimini di guerra commessi dall’esercito russo. “In sostanza, i tribunali nazionali hanno criminalizzato qualsiasi informazione che contraddicesse la narrazione ufficiale”, afferma la Cedu, sottolineando che per esempio è stato chiamato in causa il semplice uso del termine “guerra” piuttosto che “operazione militare speciale”. 
La Russia ha usato la scusa della difesa della sicurezza nazionale per soffocare il dissenso sulla guerra in Ucraina, violando i diritti del giornale Novaya Gazeta e dell’emittente Dozhd Tv oltre che di numerosi cittadini. Lo afferma la Corte europea dei diritti umani nella sentenza di condanna sul ricorso presentato dai media e 178 individui per le conseguenze subite dopo l’introduzione della legge nel marzo del 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina, che ha reso un reato “screditare le forze armate” o diffondere “fake news” sul loro operato. 
“Il fatto che una parte significativa dell’Ucraina voglia diventare russa, e che sia già diventata Russia, è un dato di fatto che è accaduto sul terreno, in quattro nuove regioni russe”, ha detto il portavoce di Putin. “Le persone, nonostante molti pericoli, si sono messe in fila e hanno votato in un referendum per l’adesione alla Federazione Russa, questo corrisponde in gran parte alle parole del presidente Trump”, ha dichiarato ancora Peskov. La Russia afferma di essersi annessa le quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia (che i suoi soldati occupano solo in parte)  con dei cosiddetti “referendum” non riconosciuti dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale e che si ritiene si siano svolti senza il minimo rispetto degli standard democratici. Secondo i testimoni citati dai media internazionali, i separatisti passavano di casa in casa con le urne scortati da soldati armati. 
”I contatti tra Russia e Stati Uniti si sono intensificati”, ma ”il Cremlino non ha informazioni sull’arrivo a Mosca di Steve Witkoff”, il consigliere del presidente americano Donald Trump e suo inviato in Medioriente. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una conferenza stampa.
“Il Cremlino non ha informazioni sull’arrivo a Mosca di Steve Witkoff, che viene definito un consigliere non ufficiale di Trump. Non sono previsti contatti”, ha affermato Peskov.
Una “parte significativa” dell’Ucraina vuole “essere russa”: lo ha affermato oggi il Cremlino dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che l’Ucraina “un giorno potrebbe essere russa”. “Il fatto che una parte significativa dell’Ucraina voglia diventare Russia, e lo abbia già fatto, è un dato di fatto”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, riferendosi all’annessione di quattro regioni ucraine da parte di Mosca nel 2022. 
Le forze armate russe sostengono di aver conquistato il villaggio di Yasenovoye, nella regione di Donetsk, in Ucraina orientale: lo afferma il ministero della Difesa di Mosca, ripreso dalla Tass. 
“La Corea del Nord ha fornito finora circa 11.000 soldati, missili, 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio e una notevole quantità di munizioni e c’è la possibilità che fornisca ulteriori truppe, armi e munizioni in futuro”, ha affermato il ministero in un briefing tenuto dinanzi alla commissione parlamentare per la Difesa. Pyongyang, inoltre, dovrebbe raddoppiare lo sviluppo delle sue armi nel 2025, l’ultimo anno del suo piano quinquennale dedicato allo sviluppo di armi molto più sofisticate, come sottomarini a propulsione nucleare, satelliti spia e missili balistici intercontinentali (Icbm) a combustibile solido: a tale scopo, lo scenario tracciato include anche l’ipotesi che il Nord riceva l’assistenza tecnologica della Russia in cambio del supporto militare. Per quanto riguarda le relazioni tra lo Stato eremita e gli Stati Uniti, il ministero ha affermato che Pyongyang “sembra cercare di stabilire circostanze favorevoli per i colloqui con Washington attraverso una dimostrazione di dura retorica e di provocazioni”. Il Nord non ha risposto al proposito del presidente americano Donald Trump sulla ripresa dei contatti diretti con Kim. Al contrario, ha condotto test missilistici e ha dato l’inedito conto della visita del leader supremo a una base di produzione di materiale nucleare, ha aggiunto il ministero sudcoreano. 
La Corea del Nord ha spedito circa 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio alla Russia ed è “probabile” si appresti a inviare più truppe e armi a supporto della guerra di Mosca contro l’Ucraina. Lo ha riferito il ministero della Difesa sudcoreano, in merito alle sue ultime valutazioni sulla collaborazione tra il leader Kim Jong-un e il capo del Cremlino Vladimir Putin, secondo la Yonhap. L’agenzia di spionaggio di Seul (Nis) ha stimato di recente che sui circa 11mila soldati inviati al fronte del Kursk da Pyongyang, circa 300 siano rimasti uccisi e circa 2.700 siano stati feriti. 
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