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Le notizie di giovedì 13 febbraio sul conflitto in Ucraina, in diretta. La telefonata tra Putin e Trump di un’ora e mezza.
«Ci sono consultazioni intense tra gli alleati, inclusi gli Stati Uniti. Io stesso sarò a Monaco domani, dove incontrerò il vicepresidente J.D. Vance. Il rappresentante speciale per del presidente Donald Trump per l’Ucraina, Keith Kellogg, sarà alla Nato lunedì. Ieri sera c’è stato un incontro con il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth. La Nato e i governi alleati stanno coordinandosi intensamente, e lo stesso vale per molti Stati membri dell’Ue con Washington». Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte, durante la conferenza stampa di chiusura della prima ministeriale Difesa tra i Paesi Nato del 2025. I commenti di Rutte fanno seguito alla decisione unilaterale di Washington di aprire i negoziati sull’Ucraina con la Russia dopo una chiamata tra il presidente Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin, sviluppo accolto con sorpresa e sconcerto dal resto degli alleati riuniti a Bruxelles, specie gli europei, preoccupati di essere lasciati fuori dal processo. Rutte rassicura: «le ultime 24 ore sono servite a rafforzare una posizione comune. La Nato è un’alleanza democratica e non sempre si parte con posizioni unanimi, ma c’è stato un forte senso di unità e convergenza. Non su ogni dettaglio, ma comunque l’Alleanza si muove compatta».
«Non è stato bello» che il presidente americano Donald Trump abbia avuto un colloquio telefonico con il leader del Cremlino Vladimir Putin prima di lui e senza la sua partecipazione. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato il colloquio tra Trump e Putin. Il presidente americano, ha aggiunto Zelensky, gli aveva assicurato che «voleva parlare contemporaneamente con i due presenti», lui e con Putin. «In ogni caso non è stato piacevole», ha detto Zelensky, dicendosi certo che l’Ucraina è una priorità per Trump.
«Ho ricordato oggi che non dobbiamo solo parlare della telefonata Putin-Trump, perché guardiamo solo metà della medaglia. Trump ha chiamato Putin e ha chiamato Zelensky, nel senso che sa perfettamente che deve parlare con due nazioni sovrane e cercare una soluzione che in qualche modo tenga conto dell’Ucraina». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della ministeriale Difesa della Nato. La chiamata «ha avuto l’effetto di ricordare che ci sono strade parallele, ma su questo vi chiamo a testimoni, perché è una cosa che io dico da oltre un anno, che noi dovevamo costruire da una parte le ragioni di un tavolo di trattative e dall’altra aiutare l’Ucraina a sopravvivere, perché per avere un tavolo di trattative bisogna che ci sia qualcuno che si sieda dall’altra parte», ha aggiunto.
Il Cremlino chiede che i preparativi per il vertice fra Vladimir Putin e Donald Trump siano veloci. «C’è la necessità di organizzare questo incontro presto. I leader hanno molto di cui palare. Ci sono molte questioni in agenda che sono state brevemente citate nel colloquio telefonico di ieri», ha spiegato il portavoce, Dmitry Peskov, precisando che al momento «non è possibile parlare di termini ultimi dato che i preparativi stanno iniziando proprio in questi giorni».
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz respinge una «pace imposta» all’Ucraina. «Non è ancora chiaro a quali condizioni l’Ucraina sarà pronta ad accettare un accordo di pace», ha affermato parlando a Politico, dopo l’annuncio di
Donald Trump dell’avvio immediato di negoziati con Vladimir Putin.
La Russia, attraverso la mediazione del Qatar, ha consegnato otto bambini ucraini. La riunificazione familiare è avvenuta presso l’ambasciata del Qatar a Mosca con l’assistenza dell’ambasciatore del Paese, Ahmed bin Nasser bin Jassim Al Thani, e della rappresentante del commissario presidenziale russo per i diritti dell’infanzia, Maria Lvova-Belova. Lo riferisce l’agenzia Tass.
(Di Marco Imarisio) Sarà la pace di Putin. Due settimane fa, quando davvero si è cominciato a fare sul serio, le dichiarazioni televisive del presidente russo rilasciate a bordo di un’auto, con la consueta aria di finta casualità, erano la risposta all’uso dei social fatto da Donald Trump da parte di un uomo che riconosce senza problemi di non saper usare un computer, o quasi. Le frasi sulle elezioni rubate nel 2020 al magnate americano vennero prese da quasi tutti come un inchino russo alla nuova Casa Bianca. Ma pochi osservatori a diverso titolo bene informati, come l’oligarca Oleg Deripaska, nel febbraio del 2022 contrario alla guerra ma ben presto ritornato all’ovile, o Mikhail Rostovsky, l’editorialista del Moskovskij Komsomolets, molto stimato dal Cremlino, diedero una interpretazione opposta, azzardando curiosamente lo stesso paragone. Quella bizzarra dichiarazione era secondo loro l’equivalente del famoso messaggio radio di Nikita Kruscev a John Kennedy durante la crisi dei missili cubani. Un episodio che nei libri di storia russa viene citato come uno dei momenti più alti del potere sovietico.
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«Non è un tradimento». Lo ha detto il capo del Pentagono, Pete Hegseth, al quartier generale della Nato a Bruxelles rispondendo a una domanda sulla posizione espressa da Donald Trump. «È il miglior negoziatore del pianeta,
solo lui può portare le potenze al tavolo», ha detto aggiungendo che gli Usa «riconoscono gli sforzi» compiuti dagli europei nel conflitto.
«Vediamo come la situazione ora evolve passo dopo passo, l’Ucraina deve essere coinvolta nei negoziati di pace». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Mark Rutte.
Il presidente degli Stati uniti, Donald Trump, parlando ai giornalisti, ha confermato la posizione espressa dal suo segretario alla Difesa Pete Hegseth, chiarendo di non ritenere che l’Ucraina sarà in grado di riconquistare i confini del 2014 in un eventuale accordo di pace con la Russia. «Penso che Pete abbia detto oggi che è improbabile, e sembrerebbe proprio improbabile. Hanno preso molta terra, e hanno pagato per quella terra, ma mi sembra, e non sto esprimendo un’opinione a riguardo, ma ho letto molto su questo tema, e molte persone pensano che sia improbabile», ha detto Trump in merito alla possibilità che l’Ucraina possa tornare ai suoi confini del 2014.
Le forze armate ucraine hanno attaccato la regione di Belgorod utilizzando più di 50 droni nelle ultime 24 ore. Una persona è morta e cinque sono rimaste ferite. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, aggiungendo che «ieri è stata una giornata dura per noi. Più di 50 attacchi di droni nemici. Cinque persone sono rimaste ferite, due sono state ricoverate in ospedale. La cosa peggiore che potesse succedere: una donna è morta».
Esplosioni hanno scosso ieri sera la città di Odessa, secondo quanto riferito dal sindaco Hennadii Trukhanov e riportato da Ukrainska Pravda, e le unità di difesa aerea sono entrate in azione.
Alle 21:14 di ieri è stato emesso un avviso di incursione aerea a Odessa a causa della minaccia di proiettili vaganti. Successivamente, Trukhanov ha segnalato le esplosioni e ha esortato i residenti del distretto di Kyivskyi della città a prestare attenzione.
Mentre il presidente Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin segnalano di essere pronti ad avviare negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina, la Cina sta spingendo per svolgere un ruolo. Nelle ultime settimane, riporta in esclusiva il Wall Street Journal, i funzionari cinesi hanno lanciato una proposta al team di Trump tramite intermediari per tenere un summit tra i due leader e facilitare gli sforzi di mantenimento della pace dopo un’eventuale tregua, secondo persone vicine al dossier. L’offerta, tuttavia, è stata accolta con scetticismo negli Stati Uniti e in Europa, date le profonde preoccupazioni per i legami sempre più stretti tra Pechino e Mosca.
Il Giappone sta monitorando attentamente la mediazione degli Stati Uniti nella risoluzione del conflitto in Ucraina: lo ha affermato il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi, aggiungendo che è «ancora troppo presto» per sapere quale sarà l’esito. «Evitiamo di fare una valutazione delle questioni relative ai paesi terzi e crediamo che sia ancora presto», ha detto Hayashi in una conferenza stampa, aggiungendo che il governo giapponese sta «monitorando attentamente» i futuri colloqui tra Russia e Stati Uniti, poiché sono «estremamente importanti» per risolvere l’invasione russa dell’Ucraina. Il portavoce giapponese ha rifiutato di commentare la possibile distribuzione del territorio ucraino, affermando che il Giappone si coordinera’ con gli altri paesi del G7 per «monitorare i progressi di questi negoziati». «Stiamo monitorando attentamente e con grande interesse i movimenti che riguardano l’Ucraina e stiamo collaborando strettamente con la comunità internazionale per raggiungere una pace duratura in Ucraina il prima possibile», ha concluso Hayashi.
L’inviato speciale della Casa Bianca per Russia e Ucraina, Keith Kellogg, partirà oggi, 13 febbraio, per recarsi in Germania, Belgio e Ucraina, fino al prossimo 22 febbraio. Il viaggio, si legge in una nota, è stato organizzato per «portare avanti l’obiettivo del presidente Trump, che vuole garantire la pace in Ucraina attraverso la forza nell’interesse degli Stati Uniti». In Germania, Kellogg prenderà parte alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, per poi recarsi a Bruxelles per visitare i quartier generali della Nato e dell’Unione europea. Durante la tappa in Belgio, l’inviato statunitense avrà interlocuzioni con gli alleati e in partner europei che «vogliono lavorare insieme agli Usa per porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina, ripristinando la stabilità in Europa». Kellogg andrà infine in Ucraina, dove incontrerà i rappresentanti del governo e della società civile.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha concordato con il Segretario alla Difesa Pete Hegseth che non è praticabile per l’Ucraina entrare nella Nato. «Non credo che sia praticabile averla. Personalmente, so che il nostro nuovo segretario alla Difesa è eccellente. Pete ha fatto una dichiarazione oggi dicendo che pensa che sia improbabile o impraticabile. Penso che probabilmente sia vero. Credo che molto prima del Presidente Putin abbiano detto che non avrebbero mai permesso una cosa del genere. È una questione che va avanti da molti, molti anni. È da molto tempo che dicono che l’Ucraina non debba entrare nella Nato, e a me va bene così», ha detto Trump rispondendo ai cronisti riuniti nello studio ovale come riporta la Cnn. Hegseth ha affermato che la guerra tra Ucraina e Russia «deve finire» e che l’ingresso di Kiev nella Nato non è realistico.
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che incontrerà Putin, in Arabia Saudita poco dopo una conversazione telefonica tra i due in cui hanno concordato di attuare «immediatamente» negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. «Ci incontreremo in Arabia Saudita», ha detto il Presidente degli Stati Uniti ai giornalisti alla Casa Bianca.
Donald Trump ha detto di intravedere un «cessate il fuoco» in Ucraina «in un futuro non così lontano» e ha ritenuto che l’adesione di Kiev alla NATO non sarebbe stata «funzionale», poco dopo aver parlato con i suoi omologhi russi e ucraini. «Finiremo per avere un cessate il fuoco in un futuro non così lontano», ha detto il Presidente degli Stati Uniti ai giornalisti alla Casa Bianca, sottolineando inoltre che «ci saranno elezioni prima o poi» in Ucraina.
Trump ha anche reso noto che «il principe ereditario saudita sarà al mio incontro con Putin». La notizia è rilanciata dall’emittente Al Arabiya.
La Germania consegnerà presto all’Ucraina circa 100 missili guidati per i sistemi di difesa aerea Iris-T. Lo riferisce l’agenzia «Ukrinform», citando la delegazione tedesca alla Nato. «Il futuro sostegno all’Ucraina sotto forma di materiale e addestramento militare è stato confermato all’incontro odierno del Gruppo di contatto di oltre 50 nazioni. La Germania continuerà a svolgere un ruolo importante in questo sostegno e ha annunciato la consegna di circa 100 missili guidati Iris-T all’Ucraina a breve», si legge in un post della deegazione sui social.
«Continueremo a sostenere l’Ucraina fino a una pace giusta, globale e duratura», auspicando di «trattare sulla strada da seguire con i nostri alleati
americani»: lo scrivono nel comunicato finale della riunione di stasera a Parigi i ministri degli Esteri dei paesi del gruppo «Weimar» plus, Italia, Germania, Francia, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, Ucraina, Alto rappresentante dell’Ue per gli Esteri e Commissione europea. «Siamo pronti a rafforzare il nostro sostegno all’Ucraina – si legge nella dichiarazione finale – noi ci siamo impegnati per la sua indipendenza, la sua sovranità e la sua integrità territoriale di fronte alla guerra di aggressione della Russia». L’obiettivo resta quello di una pace giusta «che garantisca gli interessi dell’Ucraina e i nostri», si legge ancora. «Auspichiamo di trattare sulla strada da seguire con i nostri alleati americani – continuano i paesi del gruppo Weimar plus – il nostro obiettivo comune deve essere di porre l’Ucraina
in posizione di forza. L’Ucraina e l’Europa devono partecipare a qualsiasi negoziato. L’Ucraina deve beneficiare di solide garanzie di sicurezza. Una pace giusta e duratura in Ucraina è una condizione necessaria ad una sicurezza transatlantica forte».
13 febbraio, 00:46 – Aggiornata il 13 febbraio, 17:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla guida c'era un cittadino afghano di 26 anni
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