Mosca dichiarerà la vittoria sull’Ucraina il 24 febbraio, giorno del terzo anniversario dell’inizio della guerra. E’ quanto sostiene l’intelligence di Kiev, citata dal Kyiv Independent. L’Ue risponde a Trump sull’Ucraina: i vertici di Bruxelles andranno a Kiev il 24 febbraio, nel terzo anniversario della guerra con la Russia. E sottolineano: "Zelensky è stato eletto legittimamente", mentre Mosca "non è una democrazia". Il presidente Usa non sia "debole" con Putin, chiede Macron
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Mosca dichiarerà la vittoria sull’Ucraina il 24 febbraio, giorno del terzo anniversario dell’inizio della guerra. E’ quanto sostiene l’intelligence di Kiev, citata dal Kyiv independent, secondo cui la Russia starebbe dando istruzioni ai suoi propagandisti perché proclamino “la vittoria” nella guerra “contro l’Ucraina e la Nato”.
L’Ue risponde a Trump sull’Ucraina: i vertici di Bruxelles andranno a Kiev il 24 febbraio, nel terzo anniversario della guerra con la Russia. E sottolineano: “Zelensky è stato eletto legittimamente”, mentre Mosca “non è una democrazia”. Il presidente Usa non sia “debole” con Putin, chiede Macron. Il Cremlino definisce intanto “inaccettabile” l’eventuale invio di truppe Nato in Ucraina. Calenda da oggi a domenica in visita a Kiev.
La premier Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il  primo ministro canadese e presidente di turno del G7 Justin Trudeau.  Meloni ha “ribadito che la priorità per l’Italia è la stessa del resto  d’Europa, dell’Alleanza Atlantica e di Kiev: fare tutto il possibile per  fermare il conflitto e raggiungere la pace”.
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha incontrato a Kiev il  rappresentante speciale del presidente degli Stati Uniti per l’Ucraina e  la Russia, Keith Kellogg. Dopo il faccia a faccia, l’inviato del  presidente Usa ha annullato la conferenza stampa. Zelensky su X:  “Incontro produttivo. Sono grato agli Stati Uniti per tutta l’assistenza  e il sostegno bipartisan per l’Ucraina e il popolo ucraino”.
Vladimir Putin avrebbe l’intenzione di annunciare la vittoria sull’Ucraina e la Nato il 24 febbraio, terzo anniversario dell’aggressione russa. Lo riferiscono tra gli altri la Bild e il Kyiv Independent, citando informazioni dei servizi ucraini.  Putin avrebbe anche in programma presto un colloquio telefonico con il  presidente cinese Xi Jinping per informarlo dei risultati dell’incontro a  Riad tra gli Usa e la Russia.
“Il presidente Trump ha ragione a ignorare Zelensky e a decidere per la  pace indipendentemente dalla disgustosa e massiccia macchina per la  corruzione del presidente ucraino che si nutre dei cadaveri dei suoi  soldati”. Lo scrive Elon Musk su X.
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Il presidente Vladimir Putin ha detto che alle aziende russe dovranno essere garantiti certi vantaggi nei confronti delle concorrenti straniere che vorranno tornare ad operare nel Paese dopo averlo lasciato in seguito al conflitto in Ucraina. “Possiamo regolamentare opportunamente il rientro sul nostro mercato di chi vuole rientrare, creando e mantenendo vantaggi per i nostri stessi produttori”, ha detto Putin, citato dal servizio stampa del Cremlino, in un intervento ad un forum sul futuro dell’industria chimica. “Questo deve essere fatto in modo sottile, con attenzione, ma deve essere fatto senza fallo”, ha aggiunto il presidente, sottolineando che tali azioni dovranno avvenire nel quadro delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). 
Secondo l’agenzia di intelligence (Hur), la Russia mira a creare il panico tra la popolazione ucraina, destabilizzando la situazione nel Paese e a screditando Kiev agli occhi degli alleati. I servizi segreti russi intendono promuovere la narrativa secondo cui “l’Ucraina è stata tradita” dall’Occidente e dagli Stati Uniti, ha spiegato l’Hur, aggiungendo che la propaganda russa continuerà a mettere in dubbio la legittimità del presidente Volodymyr Zelensky e “i funzionari ucraini corrotti che rubano gli aiuti statunitensi”.
L’Hur sostiene inoltre che il Cremlino potrebbe utilizzare i recenti colloqui con gli Stati Uniti in Arabia Saudita per imporre i suoi termini di pace al mondo, cercando di dipingere i governi europei che sostengono Kiev come “nemici della pace”.
Un girasole di metallo alto tre metri che affiora tra le macerie, quella del conflitto in Ucraina, come simbolo di speranza per la pace. Si chiama  “(Un)forgotten Ukraine – A symbol of hope, a reminder of loss” l’opera dell’artista Mauro Seresini che è esposta al parco Biblioteca degli alberi di Milano fino a domani per ricordare il terzo anniversario dello scoppio del conflitto in Ucraina. L’iniziativa, promossa dalla Rappresentanza della Commissione europea per il Nord Italia e dall’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, è stata ideata in collaborazione con Fondazione Cesvi, Factanza Media e Mirror, e ha come obiettivo quello di mantenere alta l’attenzione sull’importanza dell’impegno europeo, che sostiene l’Ucraina anche nell’affrontare l’emergenza umanitaria. L’aggressione russa del 24 febbraio 2022 ha causato oltre 40mila vittime civili (tra morti e feriti) e quasi 4,3 milioni di rifugiati, che godono della protezione temporanea nell’Ue.   “L’Unione europea resterà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino e non si può decidere dell’Ucraina senza l’Ucraina, se si vuole una pace che sia giusta e duratura”, ha commentato Claudia Colla, Capo Rappresentanza della Commissione europea per il Nord Italia.   “Con questa installazione, vogliamo celebrare la resilienza e la speranza della comunità ucraina che, sin dallo scoppio delle ostilità, continua a richiamare i valori di libertà e democrazia”, ha aggiunto Maurizio Molinari, Capo dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano.   “Con questa iniziativa vogliamo sensibilizzare il nostro Paese su una grave crisi umanitaria in atto non lontano da noi e riaccendere un faro sugli enormi bisogni della popolazione stremata sia fisicamente che psicologicamente”, ha concluso la presidente di Cesvi Gloria Zavatta. 
Mosca dichiarerà la vittoria sull’Ucraina il 24 febbraio, giorno del terzo anniversario dell’inizio della guerra. E’ quanto sostiene l’intelligence di Kiev, citata dal Kyin independent, secondo cui la Russia starebbe dando istruzioni ai suoi propagandisti perché proclamino “la vittoria” nella guerra “contro l’Ucraina e la Nato”. 
Bisogna “fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica”, ma partendo da “un’Ucraina forte”. A dirlo è il presidente Volodymyr Zelensky, mentre il suo omologo russo Vladimir Putin – nel corso della telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz – ha ribadito che un possibile accordo per la fine del conflitto deve “basarsi sulle nuove realtà territoriali”, ovvero su quanto conquistato finora da Mosca. LEGGI QUI PER APPROFONDIRE
“Attualmente a livello Ue, ci concentriamo sull’uso dei profitti derivanti da attività immobilizzate della banca centrale russa”. Invece “l’utilizzo di attività russe e bielorusse congelate è oggetto di discussione approfondita con gli stati membri e con i nostri partner internazionali, compresi gli Stati Uniti”. “Finora, si tratta solo di discussioni e non è stata ancora presentata alcuna proposta formale”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Markus Lammert nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa. “Attività private per un valore di circa 28 miliardi sono congelate nell’Ue e non possono essere confiscate semplicemente perché sono di proprietà di individui ed entità soggette a sanzioni Ue. Finché esiste un collegamento con attività criminali, queste attività possono già essere confiscate dagli stati membri sulla base di regimi di diritto penale esistenti, in larga misura già armonizzati a livello Ue”, ha spiegato. Sugli “asset russi e bielorussi congelati” e non sui profitti delle attività immobilizzate della banca centrale russa “si sta discutendo su cosa si può fare. E poi ci sono asset privati che possono essere congelati e non essere utilizzati”.
Le dichiarazioni di Giuseppe Conte su Trump e il conflitto in Ucraina spaccano il campo largo. “Sono sorpreso da chi è sorpreso. Conte è sempre Giuseppi che con il pollice alzato che stava di fianco a Trump”, ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine dell’inaugurazione di una scultura dedicata al terzo anniversario dello scoppio del conflitto in Ucraina. “La cosa che ho imparato in questi quasi dieci anni di politica è che la politica è anche, alla fine, un’alleanza di scopo. Non è che il centrodestra non sia diviso – ha osservato -. Nel centrodestra c’è chi dice, per esempio, ‘von Der Leyen vada dove vuole’ e chi, come la presidente del Consiglio, l’appoggia”. “Quindi, tocca al centrosinistra sedersi e capire se ci può essere un’alleanza di scopo nella diversità che evidentemente c’è – ha concluso -. Il Movimento 5 Stelle e Trump sono filorussi. Punto”.
“I socialisti e i Verdi europei, Carlo Calenda, da remoto Olaf Scholz e Frederich Merz, Macron e Keir Starmer, l’Europa migliore sta con Kiev. L’Italia, devota a Trump e Putin, rimane a casa. Giorgia Meloni doveva essere centrale in Europa, invece con lei torna l’Italietta “alle vongole”. Lo afferma Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.
“La guerra contro l’Ucraina, che viola il diritto internazionale, deve terminare al più presto e nel rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Lo ha detto in conferenza stampa a Berlino il portavoce del governo Steffen Hebestreit. Al tempo tempo stesso, ha assicurato, “non sosterremo mai una pace diktat. L’integrità territoriale e la sovranità di ogni Stato devono essere rispettate. I confini non devono essere spostati con la forza”. “Come sostenitori della libertà e della democrazia, noi tedeschi ed europei siamo fermamente al fianco dell’Ucraina. Con 44 miliardi di euro, la Germania è il secondo donatore bilaterale dell’Ucraina e continueremo a sostenere il Paese”, ha dichiarato Hebestreit.
“Quelli che si dicono pacifisti hanno fatto un triplo salto carpiato, infatti a me piace chiamarli ‘pacifintisti’. Mi ricordo Giuseppe Conte nel luglio del 2018 accanto a Trump, quando diceva che era giusto che l’Italia aumentasse le spese militari portandole al 2%. Sono passati 4 anni, e nel 2022 il Movimento 5 Stelle ha votato con noi e ha sfidato con noi militarmente la Russia dando le armi all’Ucraina”. Lo ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, intervenendo a Porta a Porta. “Detto questo – ha concluso – è la Russia che ha riportato indietro le lancette di duemila anni, infrangendo un diritto internazionale che si fondava sulla potestà delle terre fin dove arrivavano le armi. Parliamo di un Paese che pochi giorni fa ha bombardato a Odessa tredici scuole, un asilo e un ospedale pediatrico. Non è l’atteggiamento di una nazione che vuole dialogare. La Russia è un aggressore, che ha brutalizzato l’Ucraina e l’ha ridotta in queste condizioni”.
Vladimir Putin ha in programma presto un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping per informarlo dei risultati dell’incontro a Riad tra gli Usa e la Russia. Lo riferisce il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax.
“È molto chiaro chi è l’aggressore qui. La Russia è l’aggressore. La Russia ha iniziato la guerra. È un programma di aggressione che abbiamo visto. È stato usato in Georgia, in Siria e in Ucraina. Quindi la Russia è il perpetratore criminale per conto di Putin”. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa interpellata sulle parole di Trump secondo cui sarebbe stata l’Ucraina ad aggredire la Russia.
Vladimir Putin avrebbe l’intenzione di annunciare la vittoria sull’Ucraina e la Nato il 24 febbraio, terzo anniversario dell’aggressione russa. Lo riferiscono tra gli altri la Bild e il Kyiv Independent, citando informazioni dei servizi ucraini. I servizi di intelligence militare ucraini affermano inoltre che il Cremlino potrebbe usare i recenti colloqui tra Stati Uniti e Russia in Arabia Saudita per imporre le sue condizioni di pace al mondo, cercando di dipingere i governi in Europa che sostengono Kiev come “nemici della pace”, scrive Kyiv Independent. Non sono state annunciate decisioni concrete in seguito all’incontro tra le delegazioni americana e russa, ma l’esclusione dell’Ucraina ha suscitato allarme a Kiev e in Europa.
“Stiamo discutendo tra i diversi commissari e i nostri servizi su tutte le possibilità per lanciare con urgenza un messaggio molto forte agli ucraini e al mondo che stiamo insieme all’Ucraina. Spero che una buona occasione sarà l’anniversario della guerra lunedì”. “Ci sono differenti voci” sull’entità dei possibili aiuti militari Ue all’Ucraina. “Aspettiamo fino a lunedì”, ha detto il commissario Ue alla difesa Andrius Kubilius a Helsinki. Serve “un passo razionale”, “senza creare false aspettative”. Con “non solo supporto militare, ma “all’integrazione, alla ricostruzione”: “Un messaggio molto forte, prima di tutto agli ucraini”.
“Noi siamo convinti che debba esserci una trattativa per la pace, a tre anni dall’inizio della guerra, dove dovranno esserci gli Stati Uniti, la Russia, l’Europa, quindi tutti gli interlocutori principali, non si può fare a meno della presenza europea, però l’Europa deve essere unita. In questi momenti di cambiamento bisogna sempre avere i nervi saldi, non bisogna mai dimostrare incertezza, debolezza. Dobbiamo essere seri e credibili, stare sempre a testa alta con tutti i nostri interlocutori”. A dirlo, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Torino, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a proposito di quale sarà la posizione dell’Italia al G7. “L’Europa – aggiunge – è uno dei grandi protagonisti della politica mondiale. Non dobbiamo sottovalutarci, dobbiamo svegliarci per alcune questioni, penso al tema della difesa. Dobbiamo fare di più per la difesa europea e, per quanto riguarda l’Italia, anche adeguarci alle richieste che ci ha fatto la Nato, di arrivare almeno al 2%. Ma questo lo si può fare soltanto, e mi pare che abbiamo già compiuto qualche passo in avanti importante, scorporando le spese per la difesa dal patto di stabilità, perché non si possono tagliare altre spese per garantire la nostra sicurezza. In futuro vedremo quello che sarà – conclude -, ma non potrà esserci sicurezza in Europa se non con una stretta collaborazione con gli Stati Uniti, che sono il nostro principale alleato nel mondo. Per quanto riguarda l’Italia abbiamo due stelle polari: l’Europa e gli Stati Uniti”.
“Ci sono Paesi che stanno parlando con gli Stati Uniti, noi siamo stati al Quintetto, ci sarà il G7 lunedì, quindi parlano tutti, non è che parla la Francia al posto nostro. Io credo invece che serva che ci sia più Europa”. Così, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Torino, il ministro degli Esteri Antonio Tajani risponde a chi gli chiede se l’incontro di Macron con Trump della prossima settimana significhi che è la Francia, e non l’Italia, il Paese di collegamento con gli Usa per la pace in Ucraina. “L’Europa – aggiunge Tajani – deve sedersi al tavolo della pace e, quando ci sarà il momento giusto, della trattativa. Anche perché, come ha riconosciuto lo stesso segretario di Stato Rubio, noi abbiamo imposto sanzioni alla Russia e il tema delle sanzioni sarà sul tavolo di una pace, mi auguro giusta, che possa costruirsi. Lavoriamo sempre per quello, come lavoriamo per la pace a Gaza”.
Kiev e Washington “continuano” i negoziati sui minerali strategici ucraini. Lo afferma una fonte ucraina all’Afp. L’Ucraina e gli Stati Uniti stanno “continuando” i negoziati per un accordo sullo sfruttamento dei minerali strategici ucraini, dopo che Kiev ha respinto una proposta iniziale di Washington cosa che aveva fatto infuriare Donald Trump, ha detto oggi un alto funzionario ucraino all’Afp. “La conversazione è in corso”, ha affermato il funzionario, parlando a condizione di mantenere l’anonimato. “C’è uno scambio costante di bozze di documenti, ne abbiamo inviata un’altra ieri” e “stiamo aspettando una risposta americana”, ha aggiunto la fonte informata dell’andamento dei colloqui.
Oltre 13 ore di proposte e idee per la Pace nell’anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina.Decine di ospiti e collegamenti in ventidue appuntamenti tematici, con inizio alle 8.30 (e termine alle 22.00) di lunedì 24 febbraio, terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Sono questi i numeri della mobilitazione “virtuale” organizzata dalle cinque Reti della società civile italiana da tempo attive congiuntamente sul tema della Pace: Europe For Peace, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Sbilanciamoci e Coalizione Assisi Pace Giusta. L’obiettivo di fondo – esplicitato nel testo di convocazione della “maratona” online – è: “Cessate il fuoco è la priorità, oggi più di ieri. Fermare la guerra in Europa per ristabilire giustizia e sicurezza condivisa con gli strumenti della politica e della diplomazia, nel quadro del diritto internazionale e non con nuovi ricatti, affari o accordi segreti”. Tra gli ospiti “alcuni dei nomi più importanti della società civile italiana, oltre che analisti, docenti e ricercatori, sindacalisti, attivisti umanitari e di Pace, sindaci e rappresentanti dei coordinamenti territoriali: dagli schermi e dalle piazze di tutta Italia verrà dunque rilanciata la richiesta di una Pace positiva e vera. In Ucraina e in tutto il mondo”. L’iniziativa si svolgerà con diretta streaming sul canale YouTube di Rete Pace Disarmo, sulle pagine Facebook di Fondazione PerugiAssisi e Sbilanciamoci, e sulle piattaforme digitali delle reti promotrici.
Lungo i tre anni successivi all’invasione su larga scala dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha approvato e finanziato 977 progetti, per un totale di oltre 25,2 milioni di euro. Nei progetti sono inclusi 175 invii di offerte per la celebrazione di messe secondo le intenzioni dei benefattori della fondazione, per un totale di quasi 3,5 milioni di euro. Del sostegno hanno beneficiato sia la Chiesa greco-cattolica sia quella latina, in particolare i 17 esarcati greco-cattolici e le sette diocesi cattoliche latine. Il tipo di sostegno nel corso del tempo è cambiato: inizialmente l’attenzione era rivolta agli sfollati interni, successivamente gli aiuti si sono concentrati sulla cura pastorale. Le aree principali di intervento attualmente sono la cura dei traumi, il sostentamento di sacerdoti e suore, la formazione dei seminaristi e i trasporti per la pastorale. Nel 2024, Acs ha sostenuto 1.472 sacerdoti diocesani, 1.380 suore, 60 sacerdoti e fratelli religiosi, 19 diaconi; 768 seminaristi sono stati supportati nella loro formazione; 7.200 bambini e giovani hanno beneficiato dei campi pastorali “Vacanze con Dio” durante le festività invernali e l’estate; sono stati sostenuti quattro centri di supporto psico-spirituale e acquistati 58 veicoli, utilizzati sia per la cura pastorale sia per la distribuzione di beni di soccorso. Esempi dei progetti del 2024 sono l’acquisto di due veicoli che fungono da cappelle mobili per l’assistenza pastorale nelle zone contese della diocesi di Odessa-Simferopol e in altre parti dell’Ucraina orientale, nonché le riparazioni al convento delle Piccole Sorelle del Cuore Immacolato di Maria di Leopoli e al campanile della parrocchia di Nostra Signora Ausiliatrice di Sudova Vyshnya, danneggiati dagli attacchi missilistici. Il vescovo Maksym Ryabukha, dell’Esarcato di Donetsk, vive a Zaporizhya a causa dell’occupazione della sua regione. Il presule ha descritto ad Acs le straordinarie sfide che la guerra sta causando nella sua diocesi. Dal 2014 la regione è stata segnata da un conflitto costante, che rende particolarmente difficile la vita delle persone e il lavoro pastorale della Chiesa. “La guerra causa grande dolore e un senso di impotenza”, dice il salesiano. Anche il vescovo di Odessa, mons. Stanislav Szyrokoradyuk, descrive le sfide quotidiane che le persone devono affrontare. “La guerra infuria da tre anni: morte e distruzione sono realtà quotidiane. La sfida più difficile e dolorosa per la Chiesa è quella di seppellire i morti”.
Una delegazione di eurodeputati del gruppo dei Socialisti e Democratici e dei Verdi, tra cui la dem Pina Picierno ed il socialista francese Raphaël Glucksmann sarà in visita in a Kiev a partire da domenica 23 febbraio per ribadire il sostegno dell’Unione europea al popolo e al governo ucraino, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Lo si apprende da fonti parlamentari. Assieme a Picierno e Glucksmann viaggeranno anche il socialista tedesco Tobia Cremer, il francese Thomas Pellerin-Carlin e la verde olandesse Reiner Van Lanschot.
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