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Bimbo morto a Marsa Alam: per l’autopsia fu un’aneurisma
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TRIESTE, 22 febbraio 2025, 17:53
di Francesco De Filippo
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Una spiaggia a Marsa Alam – RIPRODUZIONE RISERVATA
L’autopsia scrive la parola ‘fine’ alla tragica vicenda del piccolo Mattia Cossettini, il bimbo friulano morto a 9 anni, mentre con i genitori trascorreva una vacanza con la famiglia a Marsa Alam, in Egitto, il 6 gennaio scorso. A causarne la morte è stata una emorragia conseguenza di un aneurisma cerebrale. Dunque, non un tumore al cervello al quale si era associata una infezione da polmonite batterica, come aveva indicato la Direzione sanitaria del Mar Rosso.
Cambia poco: Mattia non ce l’ha fatta nelle struttura sanitaria egiziana e non ce l’avrebbe fatta a casa, a Tricesimo (Udine) né in un altro luogo. Resta l’enorme tragedia della morte di un bambino e lo strazio dei suoi genitori. Sono stati loro stamani, attraverso la legale, Maria Virginia Maccari, a informare dell’autopsia. Avevano insistito, ed erano riusciti nell’ intento, per riportare al più presto la salma in Italia e perché gli esami autoptici venissero effettuati qui, all’Azienda ospedaliero universitaria di Udine. Nel messaggio diffuso oggi, “si esclude, con certezza, anche la presenza di altre patologie concomitanti”.
I genitori ancora una volta hanno insistito sulla carenza dell’assistenza sanitaria in Egitto, sottolineando che ogni anno “circa 15 milioni di italiani” trascorrono le vacanze in quel Paese, “di cui un terzo nella zona del Mar Rosso”. Eppure, “nonostante tutte le immersioni subacquee anche una ‘semplice’ embolia polmonare diventerebbe critica a causa dell’assenza nelle vicinanze di una camera iperbarica”.
Resta l’amarezza perchè per Mattia, “felicissimo della vacanza”, accusato un forte malessere durante una escursione in barca, non ci sia “stata nessuna possibilità di chiamare o di ricevere i soccorsi”. A questo aggiungono “una sottovalutazione del quadro clinico iniziale” e “un errore di refertazione da parte dei medici dell’ospedale generale governativo di Marsa Alam, che hanno interpretato la TC senza intervenire poi su Mattia per l’assenza di attrezzature, tenuto solamente in osservazione mentre i sanitari stimavamo le più svariate patologie”. Inutili i tentativi di un trasferimento in un altro ospedale”.
La famiglia Cossettini era giunta in vacanza in un villaggio turistico il 2 gennaio scorso. Il piccolo durante la gita in barca aveva perso i sensi per qualche attimo e, ripresosi, aveva accusato un forte mal di testa. La visita nell’ ambulatorio del villaggio aveva ipotizzato un possibile colpo di sole ma poche ore dopo il bambino aveva perso di nuovo conoscenza: a quel punto erano stati allertati i paramedici che lo avevano accompagnato d’urgenza al primo soccorso. Già in quel frangente si era ipotizzata una morte per emorragia cerebrale.
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