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Sabato mattina la sala stampa della Santa Sede ha rilasciato una nota con poche righe per rassicurare sullo stato di salute di Bergoglio, che resta ricoverato al Gemelli di Roma
Papa Francesco
«Papa Francesco ha riposato bene». Questo è il comunicato sulle condizioni del pontefice diffuso sabato mattina dalla sala stampa della Santa Sede. Poche parole per rassicurare sullo stato di salute di Bergoglio, che resta ancora ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. Poco dopo, una seconda comunicazione riguardante l’incontro festivo del pontefice con i fedeli: «Il Papa, come già è accaduto domenica scorsa, non guiderà l’Angelus dal Gemelli. Sarà però diffuso il testo da lui preparato, esattamente come accaduto la scorsa settimana». 
A una settimana dal ricovero in ospedale, il Papa però «non è ancora fuori pericolo ma attualmente non è in pericolo di vita», ha dichiarato il chirurgo Sergio Alfieri, che lo operò di diverticolite nell’estate del 2021, accanto a Luigi Carbone, referente medico, vicedirettore della direzione sanità e igiene della Santa Sede. I medici, che venerdì hanno parlato per la prima volta con i media, hanno spiegato che per Bergoglio, affetto da una polmonite bilaterale causata da più agenti infettivi, esiste il «rischio sepsi» ovvero «che i germi passino nel sangue» e comincino a circolare liberamente minacciando gli organi vitali e compromettendone il funzionamento.


Nonostante la polmonite il Pontefice non ferma l’attività di capo di stato  Vaticano e nomina il nuovo vescovo di Maradi (Niger) e il nuovo arcivescovo metropolita di Dakar in Senegal.
Dalla sala stampa della Santa Sede fanno sapere che Bergoglio ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Maradi (Niger), presentata da monsignor Ambroise Ouedraogo e ha nominato al suo posto padre Ignatius Anipu, finora delegato del provinciale dell’Africa Occidentale e direttore dell’Institut de Formation Islamo-Chretienne di Bamako (Mali). Sempre in mattinata il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Dakar (Senegal) presentata da monsignor Benjamin Ndiaye e ha nominato al suo posto monsignor André Gueye, finora vescovo di Thies e amministratore apostolico di Saint-Louis du Senegal.
Intanto continua «il pellegrinaggio» dei fedeli al Policlinico Gemelli, per rivolgere una preghiera al Pontefice. «Ho i brividi – dice Elisabetta, che ha accompagnato sua sorella in ospedale per un visita di controllo – oggi sono qui, proprio nel giorno del mio compleanno, e qui c’è anche il Papa: mi piace leggere sempre un filo rosso nelle cose, spero sia un segno di speranza». 
Giunta da Rimini a Roma per aiutare il figlio a fare un trasloco, una signora si ferma per qualche minuto in preghiera: «siamo cattolici, temiamo che la salute del Papa potrebbe aggravarsi, abbiamo deciso di passare qui al Gemelli per dargli un sostegno. La figura istituzionale del Papa per chi è credente è importante, perché è la persona che, con la sua richiesta di pace, potrebbe essere ascoltata. Se un giorno non dovesse essere più tra noi, questo potrebbe essere destabilizzante in un momento così tanto buio». 
Una coppia, oggi al Gemelli per partecipare ai funerali del professor Giovanni Scambia, resta qualche minuto sotto la statua di Wojtyla per un momento di raccoglimento: «Lo facciamo ogni volta che veniamo – raccontano – in questa giornata dolorosa anche Papa Bergoglio è qui e speriamo tanto si riprenda presto». 
Non mancano poi i giovani, alcuni studenti di Medicina al quinto anno, che, in una pausa dallo studio in biblioteca in questo sabato pieno di sole, osservano che «in questi giorni c’è stato più movimento rispetto al solito, soprattutto quando è venuta la premier Meloni. I nostri familiari e i nostri amici ci chiedono spesso notizie su cosa accade, ma noi le informazioni le abbiamo solo dai giornali». 
Con il rosario in mano, poi, c’è anche un 31enne, a Roma per lavoro: «prego per il Papa, è importante che si riprenda, i pellegrini che verranno vorranno vederlo a San Pietro. Ringrazio il Signore per la sua dolcezza, per ciò che rappresenta, la speranza. Spiace che domani non farà l’Angelus, ma non si può né stancare né prendere colpi d’aria». «Domenica scorsa ho aspettato un po’ sperando che il Papa si affacciasse – racconta Cinzia, che è al Gemelli con i nipotini per fare visita al marito ricoverato – anche domani mi sarebbe piaciuto vederlo. Mio marito ed io preghiamo molto per lui, come lui non c’è nessuno».
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22 febbraio 2025 ( modifica il 22 febbraio 2025 | 17:58)
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