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La strage di Paderno Dugnano, cosa emerge dalla confessione di Riccardo: il desiderio di «distaccarsi» dai genitori che gli «stavano addosso», il pensiero di uccidere «covato per tutto il giorno», la musica «triste» e quel riferimento all’Ucraina che per gli amici non va preso sul serio
I due fratelli insieme con i genitori
«Pensavo che una coltellata sarebbe bastata per uccidere». Nel piano covato nella sua testa per giorni, forse per mesi, Riccardo immaginava che papà, mamma e il fratello Lorenzo crollassero senza vita al primo affondo della lama. Come in un videogioco. «Invece ho capito che non era così. Per questo li ho colpiti più volte. Li sentivo soffrire e non volevo». Dopo aver finito di infierire sui corpi dei familiari, il 17enne racconta di aver «preso il coltello e di averlo conficcato nel suo cuscino». Poi però riprende la lama e scende in strada a chiamare il 112. Dice che il pensiero di sterminare la famiglia l’aveva «covato per tutta la giornata» di sabato: «Poi è esploso». Per magistrati e carabinieri non è da escludere che la scintilla sia stata proprio la festa di compleanno di papà Fabio, poche ore prima, quando nonni, zii e cugini avevano cenato insieme nella villetta. Nessuno ha raccontato di aver visto qualcosa di strano nel nipote, se non quel suo essere «naturalmente un po’ introverso».
Invece quando è stato «certo che i miei dormissero», Riccardo s’è alzato dal letto, è sceso di nascosto e ha preso un coltello da cucina con una lama di più di venti centimetri. «Ho colpito per primo Lorenzo, ma perché era il più vicino a me. Non c’era una ragione particolare». E, anche se sembra incredibile, nella sua confessione Riccardo dice che «non c’è una ragione particolare» neppure dietro lo sterminio della sua famiglia. Parla di «un malessere», del suo sentirsi «un corpo estraneo» rispetto alla famiglia: «Pensavo che uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero, distaccandomi dalla mia famiglia avrei potuto vivere in solitaria», mette a verbale davanti agli investigatori. Non spiega nel dettaglio in cosa si traduca questo suo desiderio di libertà. Anche perché è vero che i genitori gli «stavano addosso», ma si tratterebbe delle normali preoccupazioni di chi ha figli adolescenti. Questa estate era stato in vacanza con loro ma anche con gli amici. Il 21 luglio era stato ospite con altri ragazzi nella casa al mare di una compagna di classe tra Toscana e Liguria. Gli amici raccontano che rideva, scherzava, ascoltava musica rap come tanti altri ragazzi, ma non era un fanatico. Lui però ai pm dei minori ha raccontato altro. Ha detto che «ascoltava musica triste», perché così si sentiva. In particolare, spontaneamente, ha parlato di una canzone dei Beatles, «The Long and Winding Road»: «La strada lunga e tortuosa che conduce alla tua porta/Non scomparirà mai/Ho già visto quella strada prima d’ora mi ha sempre condotto qui/Mi conduce alla tua porta». Una ballata malinconica diventata la colonna sonora delle sue giornate.
Nell’interrogatorio racconta anche del «desiderio di andare a combattere in Ucraina». Una stranezza che però Riccardo non avrebbe mai confidato a nessuno, e che come spiega lui stesso, «non c’entra niente con quello che ho fatto». L’idea di un Riccardo combattente sul fronte orientale stride anche per gli amici più stretti. «Ma no, non ci credo. A volte scherzavamo, dicevamo che se ci avessero bocciati saremmo scappati da casa e andati a combattere in Ucraina — spiega un amico —. C’era un trend su TikTok in cui i ragazzi scherzavano dicendo che sarebbero andati a combattere, lo facevamo come battuta. Ma non esageriamo». Durante l’interrogatorio i magistrati chiedono al 17enne se ci siano stati eventi che hanno condizionato la sua azione. Non solo la musica «triste», ma anche i videogiochi: «Giocavamo a un gioco sulla Seconda guerra mondiale, ma Riccardo non era un grande appassionato», racconta ancora l’amico.
Durante la sua confessione Riccardo ha spiegato di aver capito che «uccidere tutti non è stata la soluzione»: «Ma ormai era irreversibile».
In questo articolo gli aggiornamenti sul nuovo interrogatorio nella giornata di martedì.
Riccardo, l’ossessione per un brano dei Beatles e il desiderio di staccarsi dalla famiglia: «Pensavo che uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero»
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3 settembre 2024 ( modifica il 3 settembre 2024 | 15:18)
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