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Le parole della premier in videocollegamento con Oxon Hill nel Maryland
Di seguito il discorso integrale della premier alla convention dei conservatori Usa
Grazie Matt, grazie Mercy, buongiorno CPAC! 
Come state? Grazie per questa occasione di salutare voi, i vostri ospiti e soprattutto il meraviglioso popolo del CPAC.


Sapete quanto io sia affezionata alla vostra manifestazione, e non potevo non essere presente anche in questa edizione, seppur da lontano.
Oggi mi rivolgo a voi con l’orgoglio di rappresentare, in qualità di Primo Ministro, una Nazione straordinaria: l’Italia. Una Nazione che ha un legame profondo e indissolubile con gli Stati Uniti. Legame forgiato dalla storia e da valori condivisi, incarnato anche dai tantissimi americani di origine italiana che da generazioni contribuiscono alla prosperità dell’America. A loro dico grazie, per essere eccezionali ambasciatori della passione, della creatività e del genio italiani
A questa incredibile Nazione, l’Italia, sto dedicando tutta me stessa. Il nostro Governo sta lavorando senza sosta per restituire all’Italia il posto che merita sullo scenario internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e reclamando il nostro ruolo di leader globale. Noi vogliamo costruire un’Italia che torni, di nuovo, a stupire il mondo.
Fatemelo dire: ne stiamo dando prova. La macchina propagandistica mainstream aveva predetto che con i conservatori al governo l’Italia sarebbe stata isolata e cancellata dal mappamondo. Gli investitori sarebbero fuggiti e le libertà fondamentali soppresse. Si sbagliavano. La loro narrazione era falsa. La realtà è che l’Italia sta crescendo. I dati sull’occupazione sono i più alti di sempre, la nostra economia sta crescendo, le politiche fiscali sono di nuovo sul binario giusto, gli sbarchi illegali sono calati del 60% nell’ultimo anno. E, cosa ancor più importante, stiamo rafforzando la libertà in ogni ambito della vita degli italiani. 
Perché? Perché noi conservatori facciamo quello che diciamo. Facciamo quello che è giusto, combattiamo per quello in cui crediamo e, soprattutto, ci fidiamo dei cittadini. Non ne abbiamo paura. A differenza delle élite globaliste, che credono che il governo dovrebbe “educare” il popolo e forzarlo ad accettare politiche che non hanno mai chiesto, noi crediamo nella democrazia. Noi siamo al servizio del popolo, non lo comandiamo. 
Il CPAC ha compreso questa battaglia. E voglio ringraziarvi, ancora una volta, per questo. Persino nei momenti più duri, il popolo del CPAC non ha mai mollato. Avete combattuto per una nuova vittoria. Avete costruito una rete globale, dando voce a milioni di persone a cui era stata tolta, cosicché i conservatori di tutto il mondo potessero sapere di non esseri soli. E non siamo soli, giusto? Il CPAC ha compreso prima di altri quanto la battaglia politica e culturale per l’affermazione dei valori conservatori fosse non solo una battaglia americana ma una battaglia di tutto l’Occidente. 
Perchè, amici miei, io credo ancora nell’Occidente. Nell’Occidente non come luogo fisico, ma come civiltà. Civiltà nata dall’incontro tra la filosofia greca, il diritto romano, e i valori cristiani. Civiltà costruita, e difesa, nei secoli con il genio, le energie e i sacrifici di moltissimi. Con la parola Occidente definiamo un modo di concepire il mondo nel quale la persona è al centro, la vita è sacra, gli uomini nascono uguali, e liberi, la legge è uguale per tutti, la sovranità appartiene al popolo e la libertà viene prima di ogni altra cosa. Questa è la nostra eredità, e non dovremo mai chiedere scusa per questo. La mia domanda per voi è: può questa civiltà difendere i principi e i valori che l’hanno contraddistinta, a essere fiera di sé stessa e consapevole del ruolo che ha? Io penso di sì. E allora dobbiamo dire chiaramente e con forza, a chi attacca l’Occidente da fuori, e a chi cerca di sabotarlo dall’interno con il virus della cancel culture e dell’ideologia woke, che non ci vergogneremo mai di quello che siamo. Noi rivendichiamo la nostra identità, e lavoriamo per rafforzarla, perché senza quella identità profonda non possiamo tornare grandi.
La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, genere e ideologia. Ma noi non ci divideremo, perché siamo forti solo se siamo insieme.
E se non può esistere Occidente senza America – anzi direi Americhe, pensando ai tanti patrioti che si battono per la libertà in America centrale e in Sud America – allo stesso modo non può esistere Occidente senza Europa.
I nostri avversari si augurano che il Presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni verranno smentiti.
Alcuni di voi potrebbero vedere l’Europa lontana, o addirittura “perduta”, ma io vi dico che non lo è. È vero, molti errori sono stati compiuti, molte priorità sono state sbagliate, soprattutto a causa di una classe dirigente e di media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente le più folli teorie della sinistra liberal americana.
Le stesse classi dirigenti e gli stessi media mainstream che qualche giorno fa si sono indignati per il discorso pronunciato da JD Vance a Monaco, nel quale il Vicepresidente diceva, giustamente, che prima di parlare di sicurezza bisogna sapere cosa si sta difendendo. Non parlava di dazi o di bilancia commerciale, sui quali ognuno difenderà i propri interessi, preservando la nostra amicizia. Non abbiamo bisogno di sottolineare quanto siano interconnesse le nostre economie e quanto gli imprevedibili risultati di uno scontro commerciale farebbero il gioco di altre grandi potenze. Il Vicepresidente Vance parlava di qualcosa di più profondo: identità, democrazia e libertà di parola. In breve, del ruolo e della missione storica dell’Europa. 
In tanti si sono indignati, e hanno richiamato l’orgoglio europeo contro l’americano che osava darci lezioni. Due cose su questo le voglio dire, da persona orgogliosa di essere europea.
La prima: se molti di quelli che si sono indignati avessero sfoderato lo stesso orgoglio quando l’Europa perdeva la sua autonomia strategica, legando la propria economia alla dipendenza da grandi autocrazie, o piuttosto quando i confini europei e il nostro stile di vita erano minacciati dall’immigrazione illegale di massa, oggi vivremmo in un’Europa più forte. La seconda: questi concetti non sono nuovi per molti di noi. Coraggiosi leader europei dicono queste cose da molto tempo. Sono concetti che io stessa ho espresso molte volte in passato, anche da questo palco, richiamando l’Europa a riscoprire la propria anima più vera e più profonda, sacrificata sull’altare del wokismo, della burocrazia e del mercantilismo.
E sono idee di buon senso condivise ormai dalla maggioranza dei cittadini in Europa, come dimostrano i risultati di svariate elezioni. Quindi l’Europa è tutt’altro che perduta. E certamente non sarà perduta fin quando i conservatori saranno in campo. C’è la crescente consapevolezza, in Europa, del fatto che la sicurezza sia ora la principale priorità. Perché non puoi difendere la tua libertà se non hai gli strumenti o il coraggio per farlo
Nell’arco della storia molte volte europei e americani hanno dimostrato di essere figli delle parole di Pericle: “La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio”. Lo abbiamo fatto quando abbiamo fermato le invasioni, quando abbiamo conquistato la nostra indipendenza, quando abbiamo rovesciato i dittatori. E lo abbiamo fatto, insieme, negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la sua libertà contro un’aggressione ingiusta. Dobbiamo continuare a farlo anche oggi, lavorando insieme per una pace giusta e duratura. Che si può costruire solo con il contributo di tutti, ma soprattutto che si può costruire solamente con leader forti. E io so che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti d’America non vedremo mai più quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa. 
Quindi, sicurezza dei confini, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale. Per una semplice ragione: se non sei sicuro, non sei libero. E quando la libertà è a rischio l’unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori sono sempre più influenti nell’agenda politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. Con la vittoria di Donald Trump la loro irritazione è diventata isterismo. Non solo perché sempre più conservatori governano, ma perché quei conservatori ora collaborano a livello globale.
Quando, a metà degli anni Novanta, Bill Clinton e Tony Blair crearono una sorta di grande club della sinistra liberal mondiale, sono stati definiti statisti. Oggi, quando a parlarsi sono Trump, Meloni, Milei o Modi, ci definiscono una minaccia per la democrazia. È il tipico doppio standard della sinistra. Ci siamo abituati. La buona notizia, amici miei, è che la gente non crede più alle loro bugie. Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso ogni giorno, i cittadini continuano a votare per noi, perché semplicemente i cittadini non sono ingenui come li considera la sinistra. Votano per noi perché difendiamo la libertà, amiamo le nostre Nazioni, vogliamo rendere sicuri i confini, preserviamo le imprese e i cittadini dall’ambientalismo folle della sinistra, difendiamo la famiglia e la vita, combattiamo contro il wokismo, proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e la libertà di parola. Ci battiamo per il buon senso. La battaglia è dura, ma la scelta è semplice: vogliamo assecondare il declino o combatterlo? Lasceremo fallire la nostra civiltà o saremo pronti a difenderla? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vogliamo che le nuove generazioni si vergognino delle proprie radici, o vogliamo che recuperino la consapevolezza e l’orgoglio di ciò che siamo e insegnarglielo?
Io ho fatto la mia scelta molto tempo fa, e combatto per ogni giorno per onorarla. So che non sono sola in questa battaglia – che voi tutti vi battete con me, che ci battiamo tutti insieme – e questo fa la differenza.
Grazie a tutti! Dio vi benedica! Dio benedica le Nazioni libere del mondo!

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22 febbraio 2025 ( modifica il 23 febbraio 2025 | 10:04)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La convention a Washington – Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv
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della politica italiana
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Di NewsBot