La Casa Bianca insiste per i minerali rari di Kiev. Accordo pronto, ma Zelensky non firma. Oggi conferenza stampa del leader ucraino alla vigilia del terzo anniversario della guerra. Un attacco russo sulla città ucraina di Kryvyi Rih ha causato un morto e 5 feriti. Il capo dell’amministrazione militare della città natale del presidente Volodymyr Zelensky, Oleksandr Vilkul, ha spiegato su Telegram che nel raid sono stati danneggiati almeno 12 edifici residenziali e un sito di infrastrutture civili
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La Casa Bianca insiste per i minerali rari di Kiev. Accordo pronto, ma Zelensky non firma. Oggi conferenza stampa del leader ucraino alla vigilia del terzo anniversario della guerra.
Un attacco russo sulla città ucraina centromeridionale di Kryvyi Rih ha causato un morto e cinque feriti, rendono noto le autorità locali citate dai media di Kiev. Il capo dell’amministrazione militare della città natale del presidente Volodymyr Zelensky, Oleksandr Vilkul, ha spiegato su Telegram che nel raid sono stati danneggiati almeno 12 edifici residenziali e un sito di infrastrutture civili.
I soldati russi che combattono in Ucraina “difendono gli interessi nazionali e l’avvenire della Russia”: lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, in occasione della Giornata dei difensori della patria.
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Truppe russe hanno preso il controllo dei villaggi di Ulakly e Novoandreyevka, nel Donetsk. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo.
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“Ringrazio tutti i nostri partner che ci aiutano e lo capiscono”, ha detto ancora Zelensky. Il presidente ucraino ha fatto riferimento nel suo lungo post al massiccio attacco aereo sferrato dalle forze russe nella notte. “Alla vigilia del terzo anniversario della guerra su vasta scala, la Russia ha lanciato 267 droni contro l’Ucraina, il più grande attacco da quando i droni iraniani hanno iniziato a colpire città e villaggi ucraini. In totale, questa settimana sono stati lanciati circa 1.150 droni, più di 1.400 bombe aeree guidate e 35 missili di vario tipo”, ha riferito. “Ringrazio tutti coloro che respingono quotidianamente questi attacchi: la nostra aviazione, la contraerea, le unità di guerra elettronica e i gruppi di fuoco mobili dell’Aeronautica e delle Forze di difesa. Ringrazio anche coloro che sul campo salvano vite e rispondono alle conseguenze dei bombardamenti: il Servizio di emergenza statale, i medici e la Polizia nazionale”, ha proseguito. “La guerra continua”, ha sottolineato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivolto oggi un appello all’unità di Stati Uniti ed Europea per mettere fine alla guerra. “Dobbiamo fare tutto il possibile per portare una pace duratura e giusta in Ucraina”, ha scritto sui social media alla vigilia del terzo anniversario dell’invasione russa. “Questo si può ottenere attraverso l’unità di tutti i partner”, ha spiegato, “abbiamo bisogno della forza di tutta l’Europa, della forza dell’America, della forza di tutti coloro che cercano una pace duratura”.
Nei tre anni di guerra in Ucraina gli alleati di Kiev hanno stanziato circa 267 miliardi di euro – più di 80 miliardi l’anno – di cui la metà, 130 miliardi, in assistenza militare, altri 118 in sostegno finanziario e 19 miliardi in aiuti umanitari. Il presidente americano, Donald Trump, rivendica – o lamenta – che nessun Paese ha erogato più fondi a Kiev degli Stati Uniti. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, replica a distanza: nessuno ha sostenuto Kiev più dell’Unione europea. Tecnicamente hanno entrambi ragione: se non si considera il blocco dell’Ue come uno Stato unico, l’America è in testa. Sommati gli aiuti dell’Unione europea, invece Bruxelles è in testa. Per analizzare le cifre viene in soccorso l’Ukraine Support Tracker del Kiel Institute che nei giorni scorsi ha pubblicato un ampio rapporto. L’Europa – intesa Ue e Stati membri – ha destinato nel complesso a Kiev 132 miliardi di euro (70 in aiuti finanziari e umanitari e 62 in aiuti militari); gli Stati Uniti invece hanno erogato una somma di 114 miliardi, 64 miliardi in armi e 50 in aiuti finanziari e umanitari. I paesi scandinavi e dell’Europa orientale si sono distinti per il loro contributo in rapporto al Pil, con Estonia e Danimarca che hanno destinato oltre il 2,5% del proprio Pil all’assistenza ucraina. Al contrario, potenze economiche come Germania, Regno Unito e Stati Uniti hanno speso meno dello 0,2% del loro Pil annuo, un livello paragonabile a programmi di sussidi interni minori, come quelli per il carburante o le auto aziendali. Il contributo di Francia, Italia e Spagna, è quantificato intorno allo 0,1% del Pil. In valori assoluti, la Germania è il donatore più importante del blocco europeo, con un contributo complessivo di 17 miliardi di euro, seguita da vicino dal Regno Unito con 15 miliardi di euro e dalla Danimarca con 8 miliardi di euro. L’Economist – commentando questi dati – fa notare come Lettonia e Lituania, le cui capitali distano entrambe meno di mille chilometri da Mosca, hanno contribuito per il 2% al loro Pil prebellico. Il Giappone, tuttavia, fornisce più aiuti bilaterali di Francia, Italia e Spagna in termini assoluti e in percentuale del suo Pil, nonostante sia più del doppio più lontano da Mosca.
Il presidente americano Donald Trump punta a negoziare un “accordo” con l’Ucraina affinché Kiev offra una “garanzia” sulle sue immense risorse minerarie, in cambio degli aiuti statunitensi contro la Russia. L’Ucraina è molto fornita di terre rare che nei prossimi anni saranno molto richieste. COSA SAPERE
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Il lancio durante la notte di 267 droni sull’Ucraina da parte della Russia – 138 dei quali abbattuti dalla contraerea – rappresentano un “record”: lo dichiara l’aeronautica militare di Kiev. “Ben 267 droni nemici sono stati individuati nella notte sul cielo dell’Ucraina, che costituiscono un record per un solo attacco” dall’inizio dell’invasione, tre anni fa, ha detto il portavoce dell’aeronautica, Iury Ignat.
“Trump dichiarò la Nato obsoleta. Non ha mai nascosto di voler distruggere l’Ue. Il ciclone era prevedibile. Proporre all’Ucraina di entrare nell’Unione senza un piano di riforma dell’Ue non è serio”. Ne è convinta Sylvie Goulard, ex consigliera di Prodi ai tempi della Commissione europea, poi ministra in Francia, europarlamentare intervistata dal QN. “I cosiddetti europeisti hanno fatto troppo poco, da anni. Tuttavia, i cosiddetti patrioti ingannano i cittadini. Non può durare l’illusione attuale, cioè mettersi in tasca i vantaggi della pace, del mercato unico e il Pnrr – prosegue – e allo stesso tempo colpire Bruxelles e ubriacarsi di interessi nazionali”. “Una Unione pasticciata fatta di Stati lenti a decidere, eterogenei, non può essere potente. La nostra città è l’Europa – aggiunge -. Siamo stati dilettanti, pigri, nazionalisti. Se diventiamo più seri, saremo più credibili”. Alla politica europea serve una difesa comune. “Non lo so” se è realistico “ma possiamo lavorarci. Iniziamo subito, nell’ambito dei trattati o, se certi Paesi bloccano, o hanno la tentazione di Mosca o di Mar-a-Lago, senza di loro. Quale sarebbe l’alternativa?”, conclude.
La Russia ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Kryvy Rih, nell’oblast’ di Dnipropetrovsk, nella tarda serata di ieri, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Lo ha riferito Oleksandr Vilkul, capo dell’amministrazione militare della città dove è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i feriti ricoverati in ospedale, una donna sarebbe in condizioni critiche.
L’attacco ha inflitto gravi danni alle infrastrutture civili della città, ha detto Vilkul. Dodici edifici residenziali, una struttura infrastrutturale, una casa di riposo e una chiesa hanno subito danni. L’attacco ha inoltre colpito edifici sociali e industriali, una stazione di servizio e numerosi veicoli.
La decisione della leadership russa di avviare l’operazione militare speciale in Ucraina è stata del tutto corretta, “il tempo ha dimostrato che questa difficile decisione era l’unica giusta e possibile”. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un post su Telegram in occasione del Giorno dei difensori della patria. La Russia, ha aggiunto, ha dovuto “fare questo passo quando il punto di non ritorno è stato irreversibilmente superato nel confronto con il cosiddetto Occidente collettivo e l’unica via disponibile quella di difendere la nostra madrepatria e respingere il nemico dai suoi confini”.
“Il popolo russo si è unito e ha resistito nella lotta contro il nemico cinico e crudele che è stato rinforzato con armi e denaro da tutte le parti del mondo. La guerra contro il neonazismo e i suoi complici non è ancora finita, ma il suo esito è molto vicino. Il nemico sarà distrutto. La verità trionferà”, ha sottolineato Medvedev.
Le forze di difesa ucraine hanno abbattuto nella notte, a partire dalle 19 locali di ieri, 138 droni d’attacco russi di fabbricazione iraniana Shahed e altri tipi di droni, mentre altri 119 sono caduti in zone aperte, essendo per lo più ‘esche’ per confondere la contraerea. Lo segnala l’aeronautica militare uvcraina su Telegram, citata da Ukrinform. Contro l’Ucraina, riferisce Kiev, sono anche stati lanciati dalla Crimea tre missili Iskander M/Kn-23, ma non si precisa cosa sia accaduto. Potrebbero essere stati questi a colpire Kryvyi Rih, la città natale del presidente Volodymyr Zelensky, dove si registrano un morto e cinque feriti. I droni, precisa Kiev, sono stati abbattuti nelle regioni di Kharkiv, Poltava, Sumy, Kiev, Chernihiv, Cherkasy, Kirovohrad, Zhytomyr, Mykolaiv, Odessa, Dnipropetrovsk, Khmelnytskyi e Rivne: queste ultime due nell’ovest dell’Ucraina.
I soldati russi che combattono in Ucraina “difendono gli interessi nazionali e l’avvenire della Russia”: lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, in occasione della Giornata dei difensori della patria e alla vigilia del terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina. “A risvhio della loro vita e dando provadi coraggio, i soldati russi difendono risolutamente la loro terra natale, gli interessi nazionali e l’avvenire della Russia”, ha detto il leader del Cremlino, aggiungendo che la sua determinazione a rinforzare l’esercito “non è cambiata”, nel contesto di “rapidi cambiamenti” nel mondo.
Il ritrovato dialogo fra Stati Uniti e Russia ha risollevato timori sulle posizioni di Washington che riguardano non solo la guerra in Ucraina, ma anche un ipotetico disimpegno dalla sicurezza europea. Senza l’appoggio americano, l’Europa sarebbe in grado di contrastare un attacco da parte di Mosca? La risposta arriva da uno studio dell’istituto Bruegel e del Kiel Institute for the World Economy firmato da Guntram Wolff e Alexandr Burlikov, secondo cui sarebbe necessario reclutare 300.000 nuovi soldati, acquistare 1.400 nuovi carri armati e raddoppiare la spesa per la difesa nei prossimi cinque anni. LO STUDIO
I 17 elementi della tavola periodica in questione producono un mercato globale che vale già quasi 11 miliardi e che entro il 2031 raggiungerà i 21,7 miliardi di dollari con un ritmo di crescita previsto del 7,4% all’anno. La partita delle terre rare, indispensabili nell’industria tecnologica e in quella della difesa, è sempre più strategica e la trattativa da 500 miliardi di dollari che si sta giocando tra Stati Uniti e Ucraina ne è l’esempio più evidente: partita che potrebbe servire a Washington per fare un passo avanti e arginare il dominio di Pechino in materia. L’APPROFONDIMENTO
La Russia rafforzerà le capacità dell’esercito e della flotta come elementi essenziali della sua sicurezza. Lo ha annunciato il presidente russo, Vladimir Putin, nel suo discorso in occasione della Giornata del Difensore della Patria.
“Oggi, mentre il mondo sta cambiando impetuosamente, la nostra rotta strategica per il rafforzamento e lo sviluppo delle forze armate rimane invariata”, ha detto. “Continueremo a rafforzare il potenziale di combattimento dell’esercito e della marina, e la loro efficacia come parte essenziale della sicurezza della Russia che garantisce il suo presente e futuro sovrano, e il suo sviluppo coerente”, ha aggiunto in un messaggio pubblicato sul sito web del Cremlino. Dunque “sulla base dell’analisi dell’uso tattico delle armi e delle attrezzature, continueremo a fornire alle Forze Armate nuovi modelli all’avanguardia”, ha spiegato.
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Venti droni delle forze armate ucraine sono stati eliminati sul territorio della Federazione Russa durante la notte. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. I velivoli sono “stati intercettati e distrutti dai sistemi di difesa aerea in servizio”, si legge in un messaggio su Telegram, “cinque sul territorio della regione di Orel, quattro a Belgorod, quattro a Kursk, tre a Lipetsk e due Tula e Voronezh”.
Un attacco russo sulla città ucraina centromeridionale di Kryvyi Rih ha causato un morto e quattro feriti, rendono noto le autorità locali citate dai media di Kiev. Il capo dell’amministrazione militare della città natale del presidente Volodymyr Zelensky, Oleksandr Vilkul, ha spiegato su Telegram che nel raid sono stati danneggiati almeno 12 edifici residenziali e un sito di infrastrutture civili.
Il Regno Unito svelerà domani un “importante pacchetto di sanzioni” contro Mosca, in occasione dei tre anni dalla guerra in Ucraina. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri britannico David Lammy, confermando anticipazioni di stampa.
Donald Trump vuole le entrate dalle risorse naturali dell’Ucraina senza alcuna garanzia di sicurezza in cambio. Lo riporta il New York Times citando la nuova bozza di proposta, datata 21 febbraio, per l’accordo sui minerali con Kiev. Il documento prevede che l’Ucraina ceda agli Stati Uniti la metà delle entrate derivanti dalle risorse naturali nonché i guadagni dei porti e di altre infrastrutture. Oltre a richiedere una serie di impegni da parte di Kiev, ma non prevede alcun impegno specifico in materia di sicurezza da parte degli Usa, limitandosi a dire che gli usa intendono fornire sostegno finanziario a lungo termine per aiutare lo sviluppo economico dell’Ucraina. La proposta prevede che le entrate provenienti dalle risorse di Kiev devono essere destinate a un fondo di cui gli Stati Uniti avrebbero il 100% degli interessi finanziari e che l’Ucraina dovrebbe contribuire al fondo fino a raggiungere i 500 miliardi di dollari. La cifra è superiore alle entrate effettive ucraine dalle risorse naturali ed è – osserva il New York Times – più di quattro volte il valore degli aiuti statunitensi finora impegnati per Kiev. Il documento suggerisce che gli Usa potrebbero inviare maggiori aiuti in futuro ma a un prezzo elevato. L’Ucraina infatti sarà tenuta a contribuire al fondo con una somma pari al doppio dell’importo che gli Stati Uniti potrebbero dare a Kiev dopo al firma dell’accordo. La proposta afferma inoltre che gli Usa potrebbero reinvestire una parte delle entrate nella ricostruzione postbellica.
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