L’esercito israeliano ha schierato i carri armati in Cisgiordania mentre espande l’operazione antiterrorismo in corso nell’area di Jenin: è la prima volta dall’operazione "Scudo difensivo" del 2002 che i tank dell’Idf operano in quest’area. Netanyahu ha fatto sapere che la liberazione dei circa 600 prigionieri palestinesi, ai sensi dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sarà posticipata finché Hamas non porrà fine alle "umilianti cerimonie" che tiene durante la consegna degli ostaggi israeliani
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L’esercito israeliano ha schierato i carri armati in Cisgiordania mentre espande l’operazione antiterrorismo in corso nell’area di Jenin: è la prima volta dall’operazione ‘Scudo difensivo’ del 2002 che i tank dell’Idf operano in Cisgiordania. Le truppe della Brigata di fanteria Nahal e dell’Unità di commando Duvdevan, scrive il Times of Israel, hanno iniziato le operazioni in diversi villaggi vicino a Jenin questa mattina. Allo stesso tempo, un plotone della 188ma Brigata corazzata si sta preparando a operare a Jenin. 
Il primo ministro israeliano ha fatto sapere che la liberazione dei prigionieri palestinesi, ai sensi dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sarà posticipata finché Hamas non porrà fine alle “umilianti cerimonie” che tiene durante la consegna degli ostaggi israeliani. Gli ultimi sei ostaggi vivi della prima fase dell’accordo di tregua sono stati rilasciati ieri: due su un palco allestito da Hamas a Rafah, tre su un altro a Nuseirat e uno affidato alla Croce rossa.
Hamas ha condannato la decisione di Israele di rinviare a tempo indefinito il rilascio previsto oggi di 600 detenuti palestinesi, affermando che così facendo si mette in pericolo la tenuta della tregua. La milizia palestinese fa appello ai mediatori perché premano su Israele perché faccia quanto pattuito. 
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Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver dato ordine alle Idf di restare per il prossimo anno nei campi profughi della Cisgiordania, dove sono stati liberati terroristi e civili, e di non consentire a nessuno di tornare. “Finora 40.000 palestinesi sono stati evacuati dai campi profughi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, e ora sono vuoti di residenti. Anche l’attività dell’Unrwa nei campi è stata interrotta”, afferma Katz in una dichiarazione scritta.
Katz, afferma che le Idf stanno ripulendo i “nidi del terrore” dai terroristi e distruggendo infrastrutture e armi “su vasta scala”. “Ho dato istruzioni all’esercito di prepararsi a una lunga permanenza nei campi che erano stati sgomberati, per il prossimo anno, e di non permettere ai residenti di tornare e al terrore di crescere”.
“Non torneremo alla realtà del passato. Continueremo a sgomberare i campi profughi e altri centri terroristici per smantellare i battaglioni e l’infrastruttura terroristica dell’Islam estremista che è stato costruito, armato, finanziato e sostenuto dall’asse malvagia iraniana, nel tentativo di stabilire un fronte terroristico orientale”, aggiunge.
L’esercito israeliano ha fatto sgomberare i campi profughi di Jenin, Tulkarm e Nur a-Shams, in Cisgiordania, e ne ha preso possesso. A riferirlo in un comunicato è stato il ministro della Difesa Yisrael Katz che ha incaricato l’Idf di prepararsi a occupare i campi per tutto l’anno. “Ho dato istruzioni di prepararsi a restare a lungo nei campi evacuati, nell’anno a venire, e di non permettere il ritorno dei loro abitanti nè la recrudescenza del terrorismo”, ha spiegato. 
Il presidente della Knesset Amir Ohana chiede l’annessione della Cisgiordania durante una visita nella parte settentrionale del territorio e afferma che gli insediamenti sono l’unico modo per Israele di raggiungere la pace. “Il 7 ottobre non sono stati assassinati solo cittadini israeliani, ma anche l’idea che è stata erroneamente chiamata ‘soluzione dei due Stati'”, afferma Ohana, membro del partito Likud.
“Queste parti bibliche, originali, della nostra terra, che nella Bibbia raccontano la storia del nostro popolo, sono destinate a noi, al popolo di Israele, devono essere nel territorio dello Stato di Israele, sotto la proprietà di Israele, sotto la piena sovranità israeliana, e penso che oggi questa cosa sia più chiara che mai”.
Il presidente della Knesset descrive gli insediamenti israeliani in Cisgiordania non solo come “un non ostacolo alla pace”, ma piuttosto “il nostro unico e solo modo, per il popolo di Israele, dello Stato di Israele, di giungere alla pace”. Ohana elogia anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver proposto idee “fuori dagli schemi” e lo descrive come “il miglior amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”.
I media libanesi riportano la notizia di un nuovo attacco aereo israeliano nei pressi del villaggio di Brissa, nel distretto di Hermel, nel Libano settentrionale, a più di 130 chilometri dal confine israeliano. La notizia giunge poco dopo che l’Idf ha confermato di aver condotto attacchi contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. 
Carri armati israeliani sono stati schierati questa mattina in Cisgiordania; non accadeva da 22 anni. A riferirlo è stato l’esercito israeliano, come riportano i media israeliani. Le truppe della Brigata di Fanteria di Nahal e dell’unita’ di Comando Duvdevan hanno iniziato le operazioni in diversi villaggi vicino a Jenin. Al tempo stesso, un plotone della 188a Brigata Corazzata è entrato in azione a Jenin. I media palestinesi hanno pubblicato immagini di tre carri armati. Tank erano stati impiegati l’ultima volta in Cisgiordania durante l’operazione ‘Scudo difensivo’ del 2002. Da oltre un mese, le forze israeliane stanno conducendo un’offensiva su larga scala in Cisgiordania. L’Idf ha chiarito che i carri armati saranno parte dell’operazione ‘Muro di ferro’ iniziata il 21 gennaio.
Decine di migliaia di persone stanno iniziando a radunarsi a Beirut per partecipare al funerale dell’ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, quasi cinque mesi dopo l’uccisione in un attacco aereo israeliano su un sobborgo meridionale della capitale libanese. Le strade di Beirut sono intasate da auto cariche di sostenitori di Hezbollah in arrivo dalle roccaforti del movimento nel Libano meridionale e nella valle della Bekaa, riferiscono i media locali. Il funerale di Nasrallah e del suo successore, Hashem Safieddine, ucciso da Israele all’inizio di ottobre, si svolgerà allo stadio Camille Chamoun Sports City, alla periferia della capitale, dove sono stati affissi poster giganti dei due leader. Lo stadio ha una capienza di circa 50.000 persone, ma gli organizzatori hanno installato migliaia di posti a sedere extra sul campo e molti altri all’esterno, dove i partecipanti potranno seguire la cerimonia su uno schermo gigante. Il funerale dovrebbe iniziare alle 13:00, ora locale (le 12 in Italia) e includerà un discorso dell’attuale leader Naim Qassem. 
Hamas ha ammonito sulle possibili conseguenze della decisione di Israele di far slittare la consegna dei 620 detenuti palestinesi, che sarebbe dovuta avvenire ieri. Israele “mette in grave pericolo l’intero accordo” per il cessate il fuoco, ha detto il movimento. Nel comunicato, di cui riferisce anche al Jazeera, Hamas respinge le accuse del ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver spettacolarizzato il rilascio degli ostaggi. Netanyahu ha chiarito che le scarcerazioni previste dall’accordo saranno sospese fino a quando Hamas non porrà fine alle sue “cerimonie umilianti” e non rilascerà gli altri prigionieri israeliani. “La cerimonia di consegna non è un insulto nei confronti dei prigionieri, ma riflette piuttosto il nobile trattamento umano che hanno ricevuto”, si legge ancora nella nota. Hamas ha chiesto ai mediatori di intervenire per far rispettare a Israele i termini dell’accordo.
L’esercito israeliano ha confermato di aver effettuato attacchi aerei nel sud del Libano sostenendo che uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi e dove è stato individuato attività del gruppo terroristico. Lo scrive Times of Israel. L’Idf afferma che l’attività di Hezbollah nel sito è una “violazione degli accordi tra Israele e Libano”. L’esercito ha anche colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, “che hanno rappresentato una minaccia per i civili israeliani”. 
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. LE FOTO
Le forze israeliane hanno compiuto due raid sul sud del Libano, poche ore prima dell’inizio dei previsti funerali dell’ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, a Beirut. Lo rivela l’agenzia ufficiale libanese Ani. Gli attacchi aerei hanno colpito la regione di Tiro, a una decina di chilometri dalla frontiera con Israele. Nella serata di ieri, inoltre, sono stati compiuti raid israeliani alla frontiera fra Libano e Siria, per impedire l’introduzione di armi. 
Sono gli ebrei americani ricchi e progressisti i più grandi nemici di Israele. A sostenerlo è stato Steve Bannon, in una dichiarazione rilasciata a media israeliani a margine della riunione Cpac a Washington. “Israele è un partner degli Stati Uniti, ma la gente in Israele deve capire una cosa: il loro nemico numero 1 sono gli ebrei americani che non sostengono Israele e non sostengono Maga”, ha detto. I nemici “non sono i suprematisti islamici”, ha insistititi, “ma i miliardari ebrei americani progressisti”. 
Il ministro degli Esteri dell’Iran, Abbas Araghchi, è partito alla volta del Libano, dove a Beirut oggi parteciperà ai funerali dell’ex leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso in un raid israeliano lo scorso settembre, e del suo successore, Hashem Saffieddine, ucciso una settimana dopo Nasrallah. Stamattina intanto è arrivato a Beirut il presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf.
Le forze di sicurezza israeliane avevano sconsigliato a Benjamin Netanyahu di interrompere il rilascio dei detenuti palestinesi, ma il premier è andato avanti comunque. A riferirlo è il sito Walla news. Nella riunione che il primo ministro aveva convocato nel pomeriggio, i vertici della sicurezza avevano raccomandato di non ritardare la riconsegna dei 620 prigionieri palestinesi prevista per ieri, per non danneggiare la restituzione dei corpi dei rapiti. Diverso invece l’avviso del primo ministro che ha deciso lo stop durante un incontro con il ministro della Difesa Israel Katz, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il leader del partito Shas Aryeh Deri. A quanto riferito da un alto funzionario israeliano a Walla, secondo il governo c’era una “massa critica” di violazioni compiute da Hamas tali da motivare la scelta, inclusa la rottura dell’impegno a smettere di spettacolarizzare il rilascio degli ostaggi israeliani.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto oggi che la liberazione dei prigionieri palestinesi, ai sensi dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sarà posticipata finché Hamas non porrà fine alle “umilianti cerimonie” che tiene durante la consegna degli ostaggi israeliani.
“È stato deciso di posticipare il rilascio dei terroristi pianificato per ieri finché non sarà assicurata la liberazione dei prossimi ostaggi senza le umilianti cerimonie”, ha detto l’ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riferendosi ai rilasci dei rapiti israeliani inscenati e trasmessi dal movimento islamista nell’enclave palestinese. Gli ultimi sei ostaggi vivi della prima fase dell’accordo di tregua sono stati rilasciati ieri: due su un palco allestito da Hamas a Rafah, tre su un altro a Nuseirat e uno affidato alla Croce rossa. Quando il 22ennne Omr Shem Tov è salito sul palco, un cameraman di Hamas gli ha detto di baciare sulla testa due miliziani armati e col volto coperto dalla kefiah. E lui lo ha fatto, consapevole dello show in mondovisione a cui stava prendendo parte. I media israeliani hanno sottolineato che “non poteva fare altro: era un ordine dei terroristi”.
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